Se nel bimestre precedente si avvertivano le prime avvisaglie che la situazione stesse peggiorando, questo finale di anno ce ne ha dato ampia conferma, come si vede dai ritardi dell'ultimo bimestre, perennemente più elevati rispetto all'analogo periodo del 2015 (prima figura). Per il 2608, i treni che limitano il ritardo a 5' scendono dal 78% ad un cialtronesco 56%, mentre per il 10809 si va da un quasi accettabile 86% al 74%. Questo treno, poi, riusciva ad arrivare puntuale (ritardo = 0) nel 60% dei casi, ora scesi al 21%.
Questi "invidiabili" risultati si riflettono sul dato annuale, indicato nelle due figure seguenti. Per meglio evidenziare i comportamenti anomali, uso una rappresentazione su "scala normale di probabilità", che non è una semplice scala lineare tra zero ed uno come nella prima figura, ma è opportunamente "distorta" (per gli adepti: è l'inverso di una error function; in questa scala, la distr. cumulativa di una densità di prob. Gaussiana -- o normale -- diventa una retta, con pendenza dettata dalla radice della varianza). Il bello di questa rappresentazione è che mostra bene gli andamenti anomali e le "code" della distribuzione, ovvero gli eventi a bassa probabilità, i casi di ritardo peggiore. Invero per il 2608 non c'è gran differenza tra i due anni: le curve sono sostanzialmente sovrapposte (curioso il lieve cambio di pendenza sopra il 75%) con dispersione statistica nei casi più rari. A ben ricordare, il 2016 era iniziato meglio (guardate i resoconti precedenti), ma gli ultimi mesi dell'anno hanno rovinato tutto).
L'analoga curva per il 10809 mostra comunque un certo miglioramento con la sparizione del comportamento anomalo intorno al 60%, che ora diventa una singola coda che si stacca a probabilità un po' più alta, dove la curve cambia bruscamente pendenza. Ma, guardate dove arriva l'asse orizzontale: nel 2016 siamo arrivati a ritardi di più di un'ora e mezzo (seppur in un caso singolo), che non è francamente definibile altro che uno schifo.
Le ore di ritardo buttate via grazie al penoso servizio sono indicate di seguito: poco più di 16 ore per il 2608, con minima variazione, e passaggio da 24 a 15 per il 10809. Totale 2016: 31 ore.
L'andamento mensile dei ritardi si vede nelle ultime due figure. C'è poco da commentare: dicembre 2016 è il peggior mese degli ultimi due anni, per merito del cambio di orario che ha scombussolato del tutto il precario equilibrio raggiunto a fatica (cambio dovuto all'inserimento dei Frecciarossa per Venezia). Il 2608 si ferma quotidianamente in ogni dove, raggiunge i 30' di ritardo nel 10% dei casi e tutti gli indicatori raggiungono livelli mai visti. Il 10809 conferma il trend di peggioramento degli ultimi mesi: a dicembre è stato anticipato di 5' ma arriva già a Lambrate sempre allo stesso orario di prima per poi sostare placidamante nell'ubertosa campagna anche con binari deserti dove non c'è precedenza da dare. Aggiungiamo che i ritardi dovuti ai guasti ai treni sono aumentati e avrete un'idea di cosa sta succedendo.
Di certo, una condizione come quella di dicembre non è assolutamente accettabile. Dopo la disintossicazione ferroviaria delle feste vedremo che trovate ci aspettano nel 2017.
Questi "invidiabili" risultati si riflettono sul dato annuale, indicato nelle due figure seguenti. Per meglio evidenziare i comportamenti anomali, uso una rappresentazione su "scala normale di probabilità", che non è una semplice scala lineare tra zero ed uno come nella prima figura, ma è opportunamente "distorta" (per gli adepti: è l'inverso di una error function; in questa scala, la distr. cumulativa di una densità di prob. Gaussiana -- o normale -- diventa una retta, con pendenza dettata dalla radice della varianza). Il bello di questa rappresentazione è che mostra bene gli andamenti anomali e le "code" della distribuzione, ovvero gli eventi a bassa probabilità, i casi di ritardo peggiore. Invero per il 2608 non c'è gran differenza tra i due anni: le curve sono sostanzialmente sovrapposte (curioso il lieve cambio di pendenza sopra il 75%) con dispersione statistica nei casi più rari. A ben ricordare, il 2016 era iniziato meglio (guardate i resoconti precedenti), ma gli ultimi mesi dell'anno hanno rovinato tutto).
L'analoga curva per il 10809 mostra comunque un certo miglioramento con la sparizione del comportamento anomalo intorno al 60%, che ora diventa una singola coda che si stacca a probabilità un po' più alta, dove la curve cambia bruscamente pendenza. Ma, guardate dove arriva l'asse orizzontale: nel 2016 siamo arrivati a ritardi di più di un'ora e mezzo (seppur in un caso singolo), che non è francamente definibile altro che uno schifo.
Le ore di ritardo buttate via grazie al penoso servizio sono indicate di seguito: poco più di 16 ore per il 2608, con minima variazione, e passaggio da 24 a 15 per il 10809. Totale 2016: 31 ore.
L'andamento mensile dei ritardi si vede nelle ultime due figure. C'è poco da commentare: dicembre 2016 è il peggior mese degli ultimi due anni, per merito del cambio di orario che ha scombussolato del tutto il precario equilibrio raggiunto a fatica (cambio dovuto all'inserimento dei Frecciarossa per Venezia). Il 2608 si ferma quotidianamente in ogni dove, raggiunge i 30' di ritardo nel 10% dei casi e tutti gli indicatori raggiungono livelli mai visti. Il 10809 conferma il trend di peggioramento degli ultimi mesi: a dicembre è stato anticipato di 5' ma arriva già a Lambrate sempre allo stesso orario di prima per poi sostare placidamante nell'ubertosa campagna anche con binari deserti dove non c'è precedenza da dare. Aggiungiamo che i ritardi dovuti ai guasti ai treni sono aumentati e avrete un'idea di cosa sta succedendo.
Di certo, una condizione come quella di dicembre non è assolutamente accettabile. Dopo la disintossicazione ferroviaria delle feste vedremo che trovate ci aspettano nel 2017.
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