Paolo sul 1° tiro. |
Ancora lui sul 3° tiro. |
Sul 4° tiro. |
Paolo sul 5° tiro. |
Parete O
"Che bastone quel primo tiro! Non so se ho tirato più rinvii o più porconi..." sintetizzo la sera a Gianni, che mi aveva avvisato preventivamente di quel che mi attendeva. Ed in effetti la parte più impegnativa della via è tutta lì, sebbene il diedrino del 5° tiro abbia un passo decisamente non banale. Una via storica che "puntavo" da un po', passandogli nelle vicinanze diretto alle falesie che la contornano, finalmente salita sfidando il tempo incerto.
Accesso: da Lecco si segue il lungolago in direzione Mandello fino ad incontrare sulla destra un sottopasso ferroviario con tre arcate. Si entra e si parcheggia subito, salendo il sentiero sulla destra appena dopo l'arcata. Ignorare il primo bivio e prendere a destra al secondo (a sinistra si va alla falesia della Discoteca), salendo brevemente a contornare il Pilastro dell'Orsa maggiore. Si giunge ad un canalino che si può risalire direttamente oppure - più comodo - si prosegue ancora brevemente a prendere la successiva traccia sulla sinistra, che porta alla base del pilastro. L'attacco è in corrispondenza di una pianta (fittone visibile), sotto l'evidente fessura-diedro del primo tiro.
Relazione: via molto logica che vince la repulsiva parete del pilastro nei suoi punti deboli, purtroppo penalizzata dalle infinite ripetizioni che hanno levigato numerosi appigli e che complicano diversi passaggi, impedendo di godersi appieno l'arrampicata. Se non siete schizzinosi, la via è certamente raccomandabile. Protezioni miste a chiodi e fittoni, oneste sui passi duri, ma distanziate nei tratti più facili (dove uso la scala UIAA per segnalare che non siamo propriamente in falesia...); fate attenzione. Possono essere utili friend piccoli e un BD4 o 5 per il primo tiro. Tutte le soste sono su due fittoni meno la quarta e la quinta, che hanno anche catena ed anello di calata.
1° tiro: salire i gradoni iniziali e portarsi verso destra sotto la larga fessura-camino Salirla faticosamente fino alla sosta. 30m, 6c+(?); sei fittoni, tre chiodi, una fettuccia su sasso incastrato. Il tiro è tradizionalmente valutato 6c, che non è certamente un grado su cui io passeggio, soprattutto se ci sono di mezzo camini, incastri e compagnia bella. Ciò detto, secondo me (e anche altri) è più duro; gli ho messo un "+" tanto per gradire...
2° tiro: salire brevemente sopra la sosta, poi spostarsi a sinistra lungo un muretto con appigli unti per proseguire poi per un camino e una fessura fino alla sosta sulla destra. La via originale esce sulla destra a metà tiro circa (vecchio cordone) e prosegue per una placchetta (un chiodo) e gradoni fino a ricongiungersi col nuovo percorso appena sotto la sosta. 30m, 6a+; sei fittoni, tre chiodi.
3° tiro: salire un muretto con lama rovescia e proseguire in obliquo verso sinistra. 40m, VI- (passo), V, IV+; tre fittoni, due chiodi.
4° tiro: salire a destra della sosta, seguendo un diedrino ed uscendo poco dopo lungo lo spigolo alla sua sinistra. Attraversare ora verso sinistra lungo una cengia esposta (poco protetta, ma non difficile) fino alla sosta alla base di un evidente diedro. 40m, V; tre fittoni, due chiodi.
5° tiro: salire il diedro sopra la sosta, dapprima lievemente aggettante e poi più verticale, fino alla sosta. 40m, 6b+; sei fittoni, cinque chiodi. La difficoltà è in un paio di passi (con appoggi per i piedi ovviamente lisciati dalle ripetizioni), ma tutto il (bel) tiro richiede buona continuità.
6° tiro: a sinistra della sosta per poi rientrare un poco verso destra e salire dritto per rocce erbose fino alla cengia. 40m, IV, V, IV; tre fittoni, tre chiodi.
Discesa: dalla sosta traversare verso destra seguendo una traccia che scende lievemente lungo detriti (ometti) e doppia lo spigolo, portando alla sosta di calata. Con quattro calate si torna al punto di partenza. In alternativa, ci si può calare lungo la via sfruttando una sosta attrezzata lungo la verticale della quarta sosta.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Accesso: da Lecco si segue il lungolago in direzione Mandello fino ad incontrare sulla destra un sottopasso ferroviario con tre arcate. Si entra e si parcheggia subito, salendo il sentiero sulla destra appena dopo l'arcata. Ignorare il primo bivio e prendere a destra al secondo (a sinistra si va alla falesia della Discoteca), salendo brevemente a contornare il Pilastro dell'Orsa maggiore. Si giunge ad un canalino che si può risalire direttamente oppure - più comodo - si prosegue ancora brevemente a prendere la successiva traccia sulla sinistra, che porta alla base del pilastro. L'attacco è in corrispondenza di una pianta (fittone visibile), sotto l'evidente fessura-diedro del primo tiro.
Relazione: via molto logica che vince la repulsiva parete del pilastro nei suoi punti deboli, purtroppo penalizzata dalle infinite ripetizioni che hanno levigato numerosi appigli e che complicano diversi passaggi, impedendo di godersi appieno l'arrampicata. Se non siete schizzinosi, la via è certamente raccomandabile. Protezioni miste a chiodi e fittoni, oneste sui passi duri, ma distanziate nei tratti più facili (dove uso la scala UIAA per segnalare che non siamo propriamente in falesia...); fate attenzione. Possono essere utili friend piccoli e un BD4 o 5 per il primo tiro. Tutte le soste sono su due fittoni meno la quarta e la quinta, che hanno anche catena ed anello di calata.
1° tiro: salire i gradoni iniziali e portarsi verso destra sotto la larga fessura-camino Salirla faticosamente fino alla sosta. 30m, 6c+(?); sei fittoni, tre chiodi, una fettuccia su sasso incastrato. Il tiro è tradizionalmente valutato 6c, che non è certamente un grado su cui io passeggio, soprattutto se ci sono di mezzo camini, incastri e compagnia bella. Ciò detto, secondo me (e anche altri) è più duro; gli ho messo un "+" tanto per gradire...
2° tiro: salire brevemente sopra la sosta, poi spostarsi a sinistra lungo un muretto con appigli unti per proseguire poi per un camino e una fessura fino alla sosta sulla destra. La via originale esce sulla destra a metà tiro circa (vecchio cordone) e prosegue per una placchetta (un chiodo) e gradoni fino a ricongiungersi col nuovo percorso appena sotto la sosta. 30m, 6a+; sei fittoni, tre chiodi.
3° tiro: salire un muretto con lama rovescia e proseguire in obliquo verso sinistra. 40m, VI- (passo), V, IV+; tre fittoni, due chiodi.
4° tiro: salire a destra della sosta, seguendo un diedrino ed uscendo poco dopo lungo lo spigolo alla sua sinistra. Attraversare ora verso sinistra lungo una cengia esposta (poco protetta, ma non difficile) fino alla sosta alla base di un evidente diedro. 40m, V; tre fittoni, due chiodi.
5° tiro: salire il diedro sopra la sosta, dapprima lievemente aggettante e poi più verticale, fino alla sosta. 40m, 6b+; sei fittoni, cinque chiodi. La difficoltà è in un paio di passi (con appoggi per i piedi ovviamente lisciati dalle ripetizioni), ma tutto il (bel) tiro richiede buona continuità.
6° tiro: a sinistra della sosta per poi rientrare un poco verso destra e salire dritto per rocce erbose fino alla cengia. 40m, IV, V, IV; tre fittoni, tre chiodi.
Discesa: dalla sosta traversare verso destra seguendo una traccia che scende lievemente lungo detriti (ometti) e doppia lo spigolo, portando alla sosta di calata. Con quattro calate si torna al punto di partenza. In alternativa, ci si può calare lungo la via sfruttando una sosta attrezzata lungo la verticale della quarta sosta.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.