Sul 1° tiro |
Giancarlo sul 2° tiro |
Sul 3° tiro |
Giancarlo sul 3° tiro |
Tracciato della via (tratteggiato il percorso originale) |
Parete SE
Per "festeggiare" il ritorno su roccia dopo settimane di tempo indecente avevo messo in programma la Savini, ma dopo rapido consulto col socio di cordata i programmi virano verso qualcosa di più tranquillo; si attraversa il braccio di lago e si punta al Corno Rat, sopra Valmadrera. Qui decidiamo di iniziare la Dell'Oro - percorsa con Teo più o meno cinque anni fa - e di infilarci sulla variante Biba... poi una linea ci attira e finiamo sul tiro de Il volo dell'aquila. Ne risulta una combinazione decisamente poco omogenea... ma se amate le placche a buchi, non perdetevi questo tiro! Il freddo che è poi sopraggiunto ci ha indirizzato verso il soddisfacimento dei bisogni materiali (cibo, cibo; non pensate male...) lasciando ancora una volta la variante Biba al suo destino. Torneremo, anche perché ci sono un bel paio di vie su cui vorrei mettere le... scarpette!
Accesso: dalla frazione Belvedere di Valmadrera (pochi parcheggi; qualcosa di più si trova prima dell'ultimo tornante) si segue la strada, che diviene una bella mulattiera, fino ad un bivio con una cappelletta. Si prende a sinistra e si sale in direzione di S. Tomaso (indicazioni per sentiero attrezzato OSA) dove, all'altezza di un monumento alla Resistenza, si segue il sentiero verso destra (indicazioni per la ferrata e Corno Rat). Volendo accorciare il giro, è possibile salire lungo uno dei due sentieri che si staccano sulla destra prima di giungere a S. Tomaso: il primo reca indicazione "strada e ruderi medievali" e bolli verdi; il secondo "Crotto Funzi"; entrambi si ricongiungono con il sentiero che viene da S. Tomaso nello stesso punto. Da qui si prosegue lungo il sentiero fino ad un bivio dove si sale a sinistra (indicazioni), giungendo ad una prima paretina (sasso GGOSA) che si risale sulla destra (corda fissa) sbucando poco sotto il Corno Rat. Il diedro di attacco della via Dell'Oro è proprio davanti (vecchia targa con nome).
Relazione: si tratta della via più facile di tutto il Corno Rat, che noi abbiamo "insaporito" con un bellissimo tiro che sale verticalmente sopra la seconda sosta, evitando così la traversata lungo il cavo metallico e scoprendo poi che era parte de Il volo dell'aquila. Protezioni a chiodi sui tiri originali da noi percorsi della Dell'Oro, dove sono utili friend piccoli e medi per integrare; a spit e chiodi sul tiro del Volo. Roccia ottima sul Volo (a parte un sasso instabile) e buona nel resto. Le soste sono attrezzate con due spit, catena e moschettone con ghiera bloccata; roba un po' vecchiotta, ma dall'aspetto ancora affidabile.
1° tiro: salire lungo l'evidente diedro un po' disturbato dalla vegetazione fino alla sosta posta un poco a destra; 30m, IV+, V-, 4 chiodi.
2° tiro: proseguire ancora lungo il diedro, ora assai meno evidente e meno marcato, o sulle rocce alla sua destra. Giunti in corrispondenza di una larga cengia, non puntare alla sosta poco più in alto, ma spostarsi a raggiungere una sosta sulla destra; 30m, III.
3° tiro: la via originale sale sulla destra per poi rientrare a sinistra. Sopra la nostra sosta, a sinistra, si vede una seconda sosta (da cui parte Tridarat, 7a+) mentre appena a destra si nota una fila di rassicuranti spit. Li si segue per una bellissima placca a buchi (con solo un poco di muschio di troppo) e un muretto finale su roccia più liscia dov'è il passo-chiave, incontrando così il termine del cavo metallico e gli spit della "variante senza cavo"; 25m, 6b+, 7 spit, 4 chiodi. Noi ci siamo fermati al termine del cavo per esaurimento del materiale (sosta da attrezzare su uno spit della via e sui robusti chiodi che sostengono il cavo); è meglio invece concatenare il tiro con quello - corto - finale ed uscire direttamente.
4° tiro: passo iniziale nel diedro-fessura su appoggi bassi un po' unti dalle ripetizioni, poi facile uscita su rocce rotte fino alla sosta; 10m, passo di V, 1 chiodo.
Discesa: bastano due calate a corda doppia; la prima deposita sulla sosta del 2° tiro; con la seconda (una cinquantina di metri o giù di lì) si arriva alla base. Se utilizzate una corda singola, sono comunque presenti numerose altre soste lungo la discesa.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Accesso: dalla frazione Belvedere di Valmadrera (pochi parcheggi; qualcosa di più si trova prima dell'ultimo tornante) si segue la strada, che diviene una bella mulattiera, fino ad un bivio con una cappelletta. Si prende a sinistra e si sale in direzione di S. Tomaso (indicazioni per sentiero attrezzato OSA) dove, all'altezza di un monumento alla Resistenza, si segue il sentiero verso destra (indicazioni per la ferrata e Corno Rat). Volendo accorciare il giro, è possibile salire lungo uno dei due sentieri che si staccano sulla destra prima di giungere a S. Tomaso: il primo reca indicazione "strada e ruderi medievali" e bolli verdi; il secondo "Crotto Funzi"; entrambi si ricongiungono con il sentiero che viene da S. Tomaso nello stesso punto. Da qui si prosegue lungo il sentiero fino ad un bivio dove si sale a sinistra (indicazioni), giungendo ad una prima paretina (sasso GGOSA) che si risale sulla destra (corda fissa) sbucando poco sotto il Corno Rat. Il diedro di attacco della via Dell'Oro è proprio davanti (vecchia targa con nome).
Relazione: si tratta della via più facile di tutto il Corno Rat, che noi abbiamo "insaporito" con un bellissimo tiro che sale verticalmente sopra la seconda sosta, evitando così la traversata lungo il cavo metallico e scoprendo poi che era parte de Il volo dell'aquila. Protezioni a chiodi sui tiri originali da noi percorsi della Dell'Oro, dove sono utili friend piccoli e medi per integrare; a spit e chiodi sul tiro del Volo. Roccia ottima sul Volo (a parte un sasso instabile) e buona nel resto. Le soste sono attrezzate con due spit, catena e moschettone con ghiera bloccata; roba un po' vecchiotta, ma dall'aspetto ancora affidabile.
1° tiro: salire lungo l'evidente diedro un po' disturbato dalla vegetazione fino alla sosta posta un poco a destra; 30m, IV+, V-, 4 chiodi.
2° tiro: proseguire ancora lungo il diedro, ora assai meno evidente e meno marcato, o sulle rocce alla sua destra. Giunti in corrispondenza di una larga cengia, non puntare alla sosta poco più in alto, ma spostarsi a raggiungere una sosta sulla destra; 30m, III.
3° tiro: la via originale sale sulla destra per poi rientrare a sinistra. Sopra la nostra sosta, a sinistra, si vede una seconda sosta (da cui parte Tridarat, 7a+) mentre appena a destra si nota una fila di rassicuranti spit. Li si segue per una bellissima placca a buchi (con solo un poco di muschio di troppo) e un muretto finale su roccia più liscia dov'è il passo-chiave, incontrando così il termine del cavo metallico e gli spit della "variante senza cavo"; 25m, 6b+, 7 spit, 4 chiodi. Noi ci siamo fermati al termine del cavo per esaurimento del materiale (sosta da attrezzare su uno spit della via e sui robusti chiodi che sostengono il cavo); è meglio invece concatenare il tiro con quello - corto - finale ed uscire direttamente.
4° tiro: passo iniziale nel diedro-fessura su appoggi bassi un po' unti dalle ripetizioni, poi facile uscita su rocce rotte fino alla sosta; 10m, passo di V, 1 chiodo.
Discesa: bastano due calate a corda doppia; la prima deposita sulla sosta del 2° tiro; con la seconda (una cinquantina di metri o giù di lì) si arriva alla base. Se utilizzate una corda singola, sono comunque presenti numerose altre soste lungo la discesa.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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