Non sono un appassionato di vini rossi frizzanti: sarà che zamponi & Co. (abbinamento per eccellenza) non fanno parte del mio menù nemmeno a Capodanno, sarà che per altri piatti con cui questi vini si sposano tradizionalmente prediligo abbinamenti diversi; fatto sta che non ne bevo, se trascuriamo l'eccezione del lambrusco che accompagna le serate all'agriturismo Il ginepro tra un'arrampicata e l'altra alla Pietra... ma questa è storia a sé e ora non ci riguarda.
La bottiglia di Gragnano in questione mi è stata regalata da Matteo al ritorno da Sorrento ed è rimasta un poco a fare anticamera in attesa di propizia disposizione d'animo del sottoscritto: Gragnano, almeno al di fuori della Campania, è la città della pasta; come sarà il vino? Quando finalmente mi sono deciso a sciogliere il dubbio, ho subito pensato che anche se non diventerò un accanito consumatore di questa tipologia di vini, certamente ne serberò un grato ricordo. Fermentazione in acciaio, rifermentazione in autoclave, vino "quotidiano" di pronta beva, senza fronzoli. Il colore è quello che ci si aspetta, un bel rubino con riflessi violacei accompagnato dalla sua bella spuma, ma la giovialità del vino si rivela tutta nell'assaggio: alcool non elevato, freschezza di gusto, belle note floreali e un po' di frutti rossi, ottimo equilibrio.
Pare che i "locali" ne raccomandino l'abbinamento con - tra l'altro - la pizza e la mozzarella di bufala. Se sulla prima mi devo ancora convincere, non mancherò di verificare la seconda proposta appena possibile. Questa bottiglia se n'è invece andata con salumi vari, cavandosela in maniera egregia. Resta da provare una realizzazione con rifermentazione in bottiglia per saggiarne gli effetti.
Anche se la moda del vino va in tutt'altra direzione, è sempre piacevole trovare dei produttori che non rinunciano all'identità del proprio territorio.
La bottiglia di Gragnano in questione mi è stata regalata da Matteo al ritorno da Sorrento ed è rimasta un poco a fare anticamera in attesa di propizia disposizione d'animo del sottoscritto: Gragnano, almeno al di fuori della Campania, è la città della pasta; come sarà il vino? Quando finalmente mi sono deciso a sciogliere il dubbio, ho subito pensato che anche se non diventerò un accanito consumatore di questa tipologia di vini, certamente ne serberò un grato ricordo. Fermentazione in acciaio, rifermentazione in autoclave, vino "quotidiano" di pronta beva, senza fronzoli. Il colore è quello che ci si aspetta, un bel rubino con riflessi violacei accompagnato dalla sua bella spuma, ma la giovialità del vino si rivela tutta nell'assaggio: alcool non elevato, freschezza di gusto, belle note floreali e un po' di frutti rossi, ottimo equilibrio.
Pare che i "locali" ne raccomandino l'abbinamento con - tra l'altro - la pizza e la mozzarella di bufala. Se sulla prima mi devo ancora convincere, non mancherò di verificare la seconda proposta appena possibile. Questa bottiglia se n'è invece andata con salumi vari, cavandosela in maniera egregia. Resta da provare una realizzazione con rifermentazione in bottiglia per saggiarne gli effetti.
Anche se la moda del vino va in tutt'altra direzione, è sempre piacevole trovare dei produttori che non rinunciano all'identità del proprio territorio.
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