Sul 1° tiro |
Teo sul 2° tiro |
Sulla lama del 3° tiro |
Teo sul 4° tiro |
Tracciato della via |
Parete NO
Era un paio d'anni che non tornavo al rifugio Treviso nelle Pale e l'occasione si presenta complice un bidone rifilatomi da un amico (non tutto il male vien per nuocere). Unico inconveniente: la levataccia alle 4.30 che, unita al giudizio non proprio positivo del rifugista, attenua le nostre velleità di tentare una delle vie ai fianchi della Scalet-Bettega al Sass d'Ortiga. Tra una chiacchiera e l'altra si fa tardi e noi alpinisti d'acqua dolce ripieghiamo sulla Punta della disperazione, dove già avevo salito la facile Timillero-Secco. Un'occhiata alla via dei francesi da una parte e a quella delle fessure strapiombanti dall'altra e - in medio stat virtus - si decide per la Timillero-Thomas. Via non banale e roccia ottima; una scelta raccomandata se non si vuole salire fino al Sass d'Ortiga.
Accesso: da Fiera di Primiero si prende la strada per il passo Cereda e poco dopo la deviazione a sinistra per la val Canali. Si prosegue fino al Cant del gal dove si svolta a destra e si sale fino al parcheggio sul lato destro della strada. Da qui si segue il sentiero 707 per il Rif. Treviso, lo si oltrepassa e si sale ripidamente nel bosco verso il vallone delle mughe (segnavia 720 e bolli rossi). Quando la vegetazione si dirada è ben visibile la Punta sulla destra del vallone, che si raggiunge lasciando il sentiero per una traccia verso destra più o meno all'altezza della base della parete. Si segue la parete fino al punto più basso dov'è posto l'attacco (clessidra con cordini visibile in alto, resti di cordini a terra).
Relazione: via non lunga, ma con i primi tre tiri impegnativi (VI obbligato sul 1° tiro). Chiodatura non proprio generosa che richiede friend medi per integrare, specialmente nel terzo tiro, dove comunque uno spit protegge il delicato spostamento verso destra. Roccia ottima; portare cordini per clessidre e spuntoni.
1° tiro: salire puntando ad una nicchia da cui si traversa a sinistra salendo verso la clessidra con cordino. La nicchia può anche essere superata sulla destra per attraversare subito dopo verso sinistra; in questo caso allungate la protezione per evitare seri problemi di attrito. Dalla clessidra si sale lievemente verso destra per uscire poi sulla sinistra in cima ad un pulpito dove si sosta; 30m, V+, VI; 2 chiodi (uno con cordino; un terzo è poco sopra la nicchia sulla destra), 1 cordino in clessidra, 1 spit. Sosta su due spit con catena ed anello di calata; poco sopra i chiodi vecchi di sosta. Tiro-chiave della via, di buona continuità.
2° tiro: risalire la fessura obliqua verso destra fino a portarsi sotto un breve camino nerastro che si risale per uscire ancora verso destra. Si sale poi in obliquo ignorando una vecchia sosta sulla sinistra, si supera un saltino con masso incastrato e si giunge alla sosta (della via dei francesi) su cengia; 45m, V, V+, IV; 4 chiodi (uno con cordino), una sosta intermedia (3 chiodi). Sosta su due spit con catena e anello di calata.
3° tiro: NON seguire i chiodi che salgono il pilastrino a destra della sosta (via dei francesi), ma salire il diedro appena a destra e attraversare verso sinistra sotto il tetto (chiodo) per salire puntando allo spit. Ci si sposta a destra (passo delicato, ma ben protetto dallo spit) e si sale la bellissima lama uscendo su facili rocce che si risalgono verso destra fino ad una grossa nicchia sulla sinistra sotto rocce strapiombanti dove si sosta; 30m, IV+, passo di 6a, V+/VI-, IV; 1 chiodo, 1 spit (e una vecchia sosta con due chiodi a sinistra dello spit). Sosta su due cordoni in clessidra e un chiodo.
4° tiro: salire verso destra e attraversare su rocce nerastre (a volte bagnate) sotto un piccolo tetto, indi risalire fino ad un terrazzino dove si sosta; 25m, V, IV. Sosta da attrezzare su clessidre e spuntoni. In alternativa si può salire direttamente lo strapiombino sopra la sosta; in ogni caso è possibile - anzi consigliabile - allungare il tiro e portarsi su uno dei numerosi terrazzini successivi che orlano la parte alta della via.
5° tiro: salire senza percorso obbligato le facili rocce tenendosi sulla destra della fascia strapiombante e sostare ove possibile (i posti non mancano); 55m, III+. Sosta da attrezzare su clessidre e spuntoni. In alternativa si può piegare verso sinistra e congiungersi colla Timillero-Secco appena sotto lo strapiombo.
6° tiro: salire puntando all'intaglio tra le due cime da cui si attraversa verso destra fino ai cavi della ferrata; 30m, III+. Sosta su anello metallico della via ferrata.
Discesa: si segue la ferrata (esposta!) che corre sui lati sud e ovest del torrione e termina nel canale tra la Punta della disperazione la Torre Clara. Si scende il canale in direzione nord (passi di II+) fino a riportarsi alla base della parete. Lungo la discesa sono presenti degli anelli di calata, ma se li utilizzate fate molta attenzione ai sassi quando recuperate le corde!
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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