Sul 1° tiro |
Sul 4° tiro |
Su 5° tiro |
Teo sul 5° tiro |
Luca sul 5° tiro |
Alla sesta sosta |
Tracciato della via |
Parete E
"Una via per chi ha già fatto tutto in Valle del Sarca", dice Matteo mentre raccogliamo il materiale all'uscita dalla via. Azzardo una difesa d'ufficio: "Però i due tiri centrali sono belli... e anche il primo non è male... a parte l'uscita" dico sapendo di non essere troppo convincente. La via che segna il mio ritorno in Sarca dopo circa cinque mesi è racchiusa in questo scambio di battute: se cercate una via continua su roccia perfetta avete decine o centinaia di altre scelte; se volete cimentarvi sulle "ultime nate" in Sarca (la via è del 2009) questa può essere una buona opzione.
Accesso: si parcheggia al campo sportivo di Dro (località Oltra), da dove già si vede il diedro rosso, e si prende il sentiero tenendo la destra al primo bivio. All'altezza di una piccola gobba del sentiero si notano bolli blu sulla sinistra; qui si sale verso la parete e la si costeggia sulla destra con alcuni saliscendi fino ad identificare un cordone in clessidra (si vede nella prima foto) che marca l'inizio della via.
Relazione: la via sale con bella intuizione l'evidente diedro rosso che si vede dal parcheggio, o almeno una sua parte, ma per raggiungerlo regala un paio di tiri tra erba e roccia poco affidabile che fanno scemare le velleità alpinistiche, soprattutto se vi ritrovate praticamente in mezzo al fango come è capitato a noi. Protezioni ottime a fix sui tiri più duri, buone sul primo tiro, ma scarse su quelli più facili, dove è possibile usare friend per integrare. Ampia possibilità di assicurazione su alberi (e questo la dice lunga...).
Nota: i gradi in scala francese indicano i tiri con protezioni "sicure"; quelli in scala UIAA i tiri a carattere più "alpinistico".
1° tiro: salire puntando ad una pianta con cordone e spostarsi verso destra, iniziando un bel traverso sotto dei tetti. All'altezza del secondo chiodo (che ha un cordino bianco) si sale lo strapiombino (alzare i piedi a trovare una buona presa sulla destra) e ci si sposta verso destra su placca (roccia un po' dubbia) fino alla sosta in un vago canale; 35m, IV, V, V+, V, 5 cordoni in clessidre, 1 cordone su pianta, 4 chiodi (2 con cordini non molto affidabili). Sosta su due spit (uno con anello)
2° tiro: salire il canale tra roccia (poca) ed erba fino ad una placca sprotetta; salirla (più facile sul lato destro) e al suo termine spostarsi verso sinistra per una decina di metri su terreno facile, puntando alla parete. In corrispondenza di un vago pilastro appoggiato c'è la sosta; IV-, II, V, I, 45m, 2 cordoni su albero (uno con anello), 1 cordino in clessidra. Sosta su due spit.
3° tiro: Spostarsi a sinistra della sosta per rimontare una specie di diedro-canale appoggiato verso destra (roccia un po' dubbia) fino a giungere in vista del diedro rosso; 25m, IV-, 1 cordone in clessidra, 1 cordone su albero. Sosta su uno spit con anello.
4° tiro: seguire un'esile cengia che adduce alla base del bel diedro; risalirlo spostandosi poi sul suo lato destro fino alla sosta; 40m, V, 5c, 6 spit, 2 chiodi, due cordoni in clessidra. Sosta su 2 spit con anello e cordone.
5° tiro: salire in obliquo verso destra la bellissima placca lavorata dall'acqua fino a doppiare uno spigolino e raggiungere una cengia che si segue fino alla sosta; 30m, 5c, 6a (due passi), 5a, I, 6 spit, 1 chiodo con cordone. Sosta su 2 spit con anello e cordone.
6° tiro: salire un risalto e proseguire lungo la cengia fino alla sosta; 20m, III, I, 2 cordoni in clessidra, 1 chiodo. Sosta su 2 spit con anello e cordone.
7° tiro: superare il saltino sopra la sosta e salire il breve diedro sulla sinistra. Continuare a salire per rocce facili sempre tenendo la sinistra fino al termine delle difficoltà; V (passo), IV, III, 55m, 1 chiodo, due cordoni in clessidra. Sosta da attrezzare su alberi. Spezzare il tiro se le corde fanno troppo attrito.
Discesa: salire il pendio seguendo gli ometti fino ad incrociare una traccia più marcata che si segue verso sinistra e che porta al sentiero delle cavre (cartello), che si prende in discesa. Si giunge così sul percorso che costeggia la parete dell'Anglone. Da qui a sinistra si giunge in breve al bivio iniziale e al parcheggio.
Con un po' di lavoro e difficoltà ben superiori alle attuali si potrebbero - così ad occhio - aprire delle interessanti varianti nella parte alta che regalerebbero maggiore continuità, a scapito però dell'accessibilità, che resta comunque uno dei vantaggi di questo itinerario.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Accesso: si parcheggia al campo sportivo di Dro (località Oltra), da dove già si vede il diedro rosso, e si prende il sentiero tenendo la destra al primo bivio. All'altezza di una piccola gobba del sentiero si notano bolli blu sulla sinistra; qui si sale verso la parete e la si costeggia sulla destra con alcuni saliscendi fino ad identificare un cordone in clessidra (si vede nella prima foto) che marca l'inizio della via.
Relazione: la via sale con bella intuizione l'evidente diedro rosso che si vede dal parcheggio, o almeno una sua parte, ma per raggiungerlo regala un paio di tiri tra erba e roccia poco affidabile che fanno scemare le velleità alpinistiche, soprattutto se vi ritrovate praticamente in mezzo al fango come è capitato a noi. Protezioni ottime a fix sui tiri più duri, buone sul primo tiro, ma scarse su quelli più facili, dove è possibile usare friend per integrare. Ampia possibilità di assicurazione su alberi (e questo la dice lunga...).
Nota: i gradi in scala francese indicano i tiri con protezioni "sicure"; quelli in scala UIAA i tiri a carattere più "alpinistico".
1° tiro: salire puntando ad una pianta con cordone e spostarsi verso destra, iniziando un bel traverso sotto dei tetti. All'altezza del secondo chiodo (che ha un cordino bianco) si sale lo strapiombino (alzare i piedi a trovare una buona presa sulla destra) e ci si sposta verso destra su placca (roccia un po' dubbia) fino alla sosta in un vago canale; 35m, IV, V, V+, V, 5 cordoni in clessidre, 1 cordone su pianta, 4 chiodi (2 con cordini non molto affidabili). Sosta su due spit (uno con anello)
2° tiro: salire il canale tra roccia (poca) ed erba fino ad una placca sprotetta; salirla (più facile sul lato destro) e al suo termine spostarsi verso sinistra per una decina di metri su terreno facile, puntando alla parete. In corrispondenza di un vago pilastro appoggiato c'è la sosta; IV-, II, V, I, 45m, 2 cordoni su albero (uno con anello), 1 cordino in clessidra. Sosta su due spit.
3° tiro: Spostarsi a sinistra della sosta per rimontare una specie di diedro-canale appoggiato verso destra (roccia un po' dubbia) fino a giungere in vista del diedro rosso; 25m, IV-, 1 cordone in clessidra, 1 cordone su albero. Sosta su uno spit con anello.
4° tiro: seguire un'esile cengia che adduce alla base del bel diedro; risalirlo spostandosi poi sul suo lato destro fino alla sosta; 40m, V, 5c, 6 spit, 2 chiodi, due cordoni in clessidra. Sosta su 2 spit con anello e cordone.
5° tiro: salire in obliquo verso destra la bellissima placca lavorata dall'acqua fino a doppiare uno spigolino e raggiungere una cengia che si segue fino alla sosta; 30m, 5c, 6a (due passi), 5a, I, 6 spit, 1 chiodo con cordone. Sosta su 2 spit con anello e cordone.
6° tiro: salire un risalto e proseguire lungo la cengia fino alla sosta; 20m, III, I, 2 cordoni in clessidra, 1 chiodo. Sosta su 2 spit con anello e cordone.
7° tiro: superare il saltino sopra la sosta e salire il breve diedro sulla sinistra. Continuare a salire per rocce facili sempre tenendo la sinistra fino al termine delle difficoltà; V (passo), IV, III, 55m, 1 chiodo, due cordoni in clessidra. Sosta da attrezzare su alberi. Spezzare il tiro se le corde fanno troppo attrito.
Discesa: salire il pendio seguendo gli ometti fino ad incrociare una traccia più marcata che si segue verso sinistra e che porta al sentiero delle cavre (cartello), che si prende in discesa. Si giunge così sul percorso che costeggia la parete dell'Anglone. Da qui a sinistra si giunge in breve al bivio iniziale e al parcheggio.
Con un po' di lavoro e difficoltà ben superiori alle attuali si potrebbero - così ad occhio - aprire delle interessanti varianti nella parte alta che regalerebbero maggiore continuità, a scapito però dell'accessibilità, che resta comunque uno dei vantaggi di questo itinerario.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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