Vi è mai capitato di pensare a come i gusti cambino nel tempo? Prendete un qualunque ambito, dall'enogastronomia all'arte, alla musica ai film... e perché no, alle persone (senza che queste si sentano considerate alla stregua di oggetti di consumo o di "fruizione", per carità...) e pensate a cosa apprezzavate maggiormente un po' di tempo fa e cosa vi piace oggi, a cosa è cambiato e cosa è rimasto uguale. L'esercizio potrebbe essere interessante.
Nel caso del vino (non mi sembra il caso di discettare in questo post di cosa io ricerchi nel genere femminile o in una via alpinistica...) mi ritrovo da un po' ad apprezzare meno certe bottiglie "ad effetto", i concentrati più o meno marmellatosi o "dopati" dalla barrique, a vantaggio di prodotti più "tradizionali" o, se vogliamo, "semplici", pur con tutta l'ambiguità che questi termini si portano dietro. E i miei acquisti si sono modificati in tal senso.
Più o meno è stato questo il mio pensiero quando ho tolto dalla cantina un paio di bottiglie del '98, tra cui questo Chianti riserva, comprate circa una decina di anni fa e lasciate poi ad invecchiare un poco più del dovuto, per portarle in dote ad un invito a pranzo (mi servono decisamente più inviti a desinare, sì da avere più scuse per il "ricambio" della cantina!). Intendiamoci, il vino è stato piacevole e - considerato il suo invecchiamento - assai migliore di quel che mi aspettavo. Certo, sarebbe stata necessaria una decantazione più lunga, ma il vino regala belle note speziate a contorno di frutti rossi con riflessi "cioccolatosi" e terrosi, e l'ho trovato molto più interessante di un'annata simile che avevo aperto poco dopo l'acquisto (effetto dell'affinamento in bottiglia, della mia mancanza di memoria o probabilmente di entrambe).
Tutto bene quindi. Dov'è il problema, allora?
Il problema non c'è, o forse è un problema mio o del mio rapporto col Chianti o col Sangiovese in barrique; fatto sta che non riesco (più) ad identificare del tutto questo vino, ad attribuirgli una connotazione specifica di territorio (senza volermela tirare; sono solo impressioni di un dilettante)... insomma, è un buon vino, è migliore di quello che ricordavo, non lo si può certo definire un "concentrato marmellatoso"... ma mi è mancato qualcosa. Sarà l'età che avanza...
Nel caso del vino (non mi sembra il caso di discettare in questo post di cosa io ricerchi nel genere femminile o in una via alpinistica...) mi ritrovo da un po' ad apprezzare meno certe bottiglie "ad effetto", i concentrati più o meno marmellatosi o "dopati" dalla barrique, a vantaggio di prodotti più "tradizionali" o, se vogliamo, "semplici", pur con tutta l'ambiguità che questi termini si portano dietro. E i miei acquisti si sono modificati in tal senso.
Più o meno è stato questo il mio pensiero quando ho tolto dalla cantina un paio di bottiglie del '98, tra cui questo Chianti riserva, comprate circa una decina di anni fa e lasciate poi ad invecchiare un poco più del dovuto, per portarle in dote ad un invito a pranzo (mi servono decisamente più inviti a desinare, sì da avere più scuse per il "ricambio" della cantina!). Intendiamoci, il vino è stato piacevole e - considerato il suo invecchiamento - assai migliore di quel che mi aspettavo. Certo, sarebbe stata necessaria una decantazione più lunga, ma il vino regala belle note speziate a contorno di frutti rossi con riflessi "cioccolatosi" e terrosi, e l'ho trovato molto più interessante di un'annata simile che avevo aperto poco dopo l'acquisto (effetto dell'affinamento in bottiglia, della mia mancanza di memoria o probabilmente di entrambe).
Tutto bene quindi. Dov'è il problema, allora?
Il problema non c'è, o forse è un problema mio o del mio rapporto col Chianti o col Sangiovese in barrique; fatto sta che non riesco (più) ad identificare del tutto questo vino, ad attribuirgli una connotazione specifica di territorio (senza volermela tirare; sono solo impressioni di un dilettante)... insomma, è un buon vino, è migliore di quello che ricordavo, non lo si può certo definire un "concentrato marmellatoso"... ma mi è mancato qualcosa. Sarà l'età che avanza...
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