Il Saggiatore, Milano, 1961
Kubin è uno di quei grandi artisti che restano sconosciuti al "grande pubblico", e particolarmente a quello italiano (di lui ricordo una bella mostra a Milano nel 1988, visitata bigiando il Politecnico). Già il fatto che sia prevalentemente un disegnatore lo relega in un mondo frequentato solo dagli appassionati; i temi delle sue illustrazioni, poi, sono tutt'altro che concilianti: se il fantastico e l'onirico vi spadroneggiano senza rivali, essi sono sempre intessuti di tinte macabre, di humor nero e di vero e proprio orrore.
Questo piccolo libro dal titolo inquietante e corredato di 24 illustrazioni è l'autobiografia di Kubin. Egli racconta la sua infanzia, la passione per il disegno, la morte della madre e della matrigna, i tentativi di lavoro come fotografo e le prime esperienze artistiche, fino agli anni della prima guerra mondiale e della sua affermazione, ed include anche un interessante elenco di opere (praticamente del tutto inedite in Italia). La vita di Kubin si svolge quasi monotona, a fare da contrappasso alla sua poderosa fantasia e ai mondi evocati dai suoi disegni, che sono il vero universo da lui abitato. Non è quindi del tutto sorprendente (anche se deprecabile) che nel corso della guerra mondiale egli si preoccupi perché "il mio lavoro era reso più difficile dal fatto che la mia solita ottima carta a mano cominciava a mancare"! Di Kubin consiglio vivamente L'altra parte (Adelphi, 2001) e, per chi vuol cimentarsi colle interpretazioni psicanalitiche, il bel saggio Alfred Kubin - un sognatore a vita di Simona Argentieri.
Questo piccolo libro dal titolo inquietante e corredato di 24 illustrazioni è l'autobiografia di Kubin. Egli racconta la sua infanzia, la passione per il disegno, la morte della madre e della matrigna, i tentativi di lavoro come fotografo e le prime esperienze artistiche, fino agli anni della prima guerra mondiale e della sua affermazione, ed include anche un interessante elenco di opere (praticamente del tutto inedite in Italia). La vita di Kubin si svolge quasi monotona, a fare da contrappasso alla sua poderosa fantasia e ai mondi evocati dai suoi disegni, che sono il vero universo da lui abitato. Non è quindi del tutto sorprendente (anche se deprecabile) che nel corso della guerra mondiale egli si preoccupi perché "il mio lavoro era reso più difficile dal fatto che la mia solita ottima carta a mano cominciava a mancare"! Di Kubin consiglio vivamente L'altra parte (Adelphi, 2001) e, per chi vuol cimentarsi colle interpretazioni psicanalitiche, il bel saggio Alfred Kubin - un sognatore a vita di Simona Argentieri.
Nessun commento:
Posta un commento