martedì 18 febbraio 2025

Calabria rosso Igt 1480 l'inizio 2015 Odoardi

Questo vino è diventato famoso nel 2021, quando il critico gastronomico del NYT Eric Asimov (nipote del famoso scrittore di fantascienza di cui secoli ho letto centinaia di pagine) lo ha inserito in una lista dei migliori vini del mondo al di sotto dei 20 €, lista in cui figurano ben cinque bottiglie italiane. Mi sono quindi premurato di procurarmene una, onde poter verificare il giudizio dell'autorevole critico. Iniziamo dal nome: le Cantine Odoardi non nascono propriamente nel 1480 (anno in cui gli antenati della famiglia si trasferirono in Italia), ma circa cinque secoli dopo, intorno al 1965, sulle colline di Nocera Terinese che guardano verso il Tirreno. I suoi 55 ettari di vigneti si traducono in quattro rossi, tutti denominati Calabria Igt, e due bianchi. Tralasciando il GB e il Terra Damia che passano in barrique, rimane un Vino rosso ed il nostro 1480 l'inizio, da uve Aglianico (60%) e Magliocco (40%), con fermentazione ed affinamento interamente in acciaio.

Quando si apre una bottiglia sconosciuta con dieci anni di invecchiamento c'è sempre un po' di titubanza, di cautela, quasi a voler chiedere permesso per il disturbo. Così, dopo una lesta e convincente annusata al tappo, si procede a scrutare il liquido nel bicchiere per decifrarlo, invero senza troppo successo: un rosso piuttosto scuro che restituisce comunque un'impressione di buona salute. Cambiamo senso e passiamo all'olfatto, ma anche qui le informazioni sono centellinate; il vino è chiuso e diffidente, ha bisogno di un po' di tempo per prendere confidenza. Quando - e siamo già al secondo o terzo bicchiere - infine si decide ad essere meno scorbutico, si liberano aromi di frutti rossi (amarena) e neri, nonché l'amarognolo della mandorla.
Molto gradevole ed equilibrato all'assaggio, con tannini setosi e un buon tenore alcolico; un vino che si beve con gran piacere e facilità.

Non resta quindi che ringraziare il buon Asimov per questa ottima segnalazione; che poi il vino sia o meno tra i migliori venti al mondo non sta certo a me dirlo... e in fin dei conti poco importa!


Gradazione: 13,5°
Prezzo di acquisto: 15 €

sabato 8 febbraio 2025

Verduno Pelaverga DOC 2019 Comm. G. B. Burlotto

La zona attorno a Verduno, nelle Langhe, deve - giustamente! - la sua notorietà ai grandi vini a base Nebbiolo. Ma chi volesse dare un'occhiata al di fuori di questo bellissimo orizzonte troverebbe delle realtà che si possono definire minori solo dal punto di vista della produzione quantitativa. Iniziamo dal vitigno: il Pelaverga piccolo si raccoglie in pochi ettari attorno a Verduno e ha subito la sorte di tanti suoi simili, sostanzialmente dimenticato fino alla riscoperta negli anni '70 e la creazione della DOC Verduno Pelaverga nel 1995. Tra le cantine che lo producono, la Burlotto si può definire un riferimento storico: nata nel 1850 a Verduno, mantiene vivo il Pelaverga, affiancandolo a ben cinque Baroli, tutti affinati il botti grandi (bravi!), senza dimenticare Dolcetto, Barbera e Nebbiolo, due Sauvignon e un rosato da vitigni autoctoni. Mica male, no?

Il Pelaverga macera in rovere e acciaio, per poi continuare in acciaio l'affinamento. Il colore è rosso rubino e nel bicchiere si sviluppano aromi di frutti rossi (ciliegia, fragola) e di spezie, con qualche nota floreale. Ma è al sorso che mi ha stupito: molto fresco e godibile, con tannini morbidi e un finale lievemente amarognolo: un bicchiere di storia delle Langhe che ci ricorda la ricchezza del nostro patrimonio ampelografico (pare si dica così...). Veramente da assaggiare!


Gradazione: 13°
Prezzo di acquisto: 15 €