Rieccomi a far tappa enologica nella mia amata Val d'Aosta e rieccomi al cospetto di una bottiglia di una delle mie aziende vitivinicole preferite del luogo, la Cave des onze communes. L'occasione, o meglio la scusa, è il canonico invito a cena, accompagnata da questo Petit Rouge, uno degli infiniti vitigni autoctoni della Vallée che la rendono un territorio magico per il vino (e non solo per quello) e che contribuisce per il 90% a questa bottiglia.
Carattere tipico dei vini valdostani, ma un poco più morbido e "suadente" di alcuni suoi conterranei - senza essere affatto un vino "piacione" - questo Petit Rouge ti conquista subito, ti invoglia a riempire di nuovo il bicchiere quando finisce (come se ce ne fosse bisogno...) senza filosofare. Piccoli frutti rossi, note di liquirizia, retrogusto un poco affumicato si miscelano a dare un'ottima beva, un senso di vino schietto, sincero, senza muscoli e marmellatoni. La lavorazione completamente in acciaio pare una scelta azzeccata, mantenendo il carattere del vitigno e la sua atmosfera valdostana, con le viti che ti accolgono appena esci dall'autostrada a Pont S. Martin per goderti la vecchia SS26 e che non ti lasciano fino a Morgex, oltre i 1000m, arrampicati su pendii impossibili da lavorare e circondati da un'aura un po' irreale e fiabesca. Aggiungete un particolare non secondario: il prezzo veramente onesto di questa bottiglia e ditemi: cosa volete di più?
Carattere tipico dei vini valdostani, ma un poco più morbido e "suadente" di alcuni suoi conterranei - senza essere affatto un vino "piacione" - questo Petit Rouge ti conquista subito, ti invoglia a riempire di nuovo il bicchiere quando finisce (come se ce ne fosse bisogno...) senza filosofare. Piccoli frutti rossi, note di liquirizia, retrogusto un poco affumicato si miscelano a dare un'ottima beva, un senso di vino schietto, sincero, senza muscoli e marmellatoni. La lavorazione completamente in acciaio pare una scelta azzeccata, mantenendo il carattere del vitigno e la sua atmosfera valdostana, con le viti che ti accolgono appena esci dall'autostrada a Pont S. Martin per goderti la vecchia SS26 e che non ti lasciano fino a Morgex, oltre i 1000m, arrampicati su pendii impossibili da lavorare e circondati da un'aura un po' irreale e fiabesca. Aggiungete un particolare non secondario: il prezzo veramente onesto di questa bottiglia e ditemi: cosa volete di più?