Pensate che in UK e a maggior ragione in Scozia si mangi solo fish and chips o roba del genere? Allora devo deludervi, non è così: anche lontano da Londra si trovano posti dove la cucina locale si esprime con buoni risultati, puntando su materie prime di ottima qualità e ricette tradizionali (e non solo) rivisitate con ottica moderna. Nel West End di Glasgow, nella zona vicino all'Università, ce ne sono (almeno) un paio che meritano una visita, soprattutto se non appartenete a quella noiosa schiera di italiani che non concepiscono altro cibo che quello della cucina nazionale o - peggio - casalinga.
Il primo a cui abbiamo fatto visita è Stravaigin (28 Gibson Street, Glasgow), il più "informale" dei due. Piccolo locale con bar al piano superiore, maggioranza di tavolini da due persone, ambiente raccolto dall'aria familiare. Su suggerimento di Salvatore inizio con un antipasto tipico della zona (dove in realtà può fare anche da main course), ovvero haggis, neeps and tatties, anche se la descrizione mi lascia un po' perplesso: l'haggis è un insaccato di interiora di pecora, macinate insieme a diverse spezie e poi bollito; tradizionalmente è servito con un passato di rapa bianca (neeps) e uno di patate (tatties). La scelta è invece azzeccata, il piatto decisamente buono anche per me che non amo questo tipo di ingredienti: sapore insolito, per niente forte, non ricorda per nulla le interiora ed è immancabile se si visita questo paese: assolutamente raccomandabile!
Per il main course opto per una deviazione nel "continente", per la precisione il sud-ovest della Francia - un'altra zona fantastica - e mi faccio portare un confit di coscia d'anatra con contorno di patate, carciofi, piselli e un insolito purée di ciliegie (sì, avete letto bene!). Anche stavolta il piatto regala soddisfazione, ma bisogna dire che tutta la selezione, comprendente sia piatti di terra che di mare, ha un aspetto incoraggiante. Per finire una mousse di cioccolato con crema al cioccolato e arancia; buona, ma non indimenticabile. Decisamente da dimenticare, invece, i vini proposti: ci facciamo tentare da un assaggio di tre vini rossi di varie nazionalità, uno peggio dell'altro.
Un paio di giorni dopo, tappa da Ubiquitous chip (12 Ashton Lane, Glasgow), una versione più "elegante" e formale del precedente. Si attraversa il bar e si approda sotto una vetrata dove si trovano tavoli ben apparecchiati e un servizio fin troppo curato (mi infastidiscono i locali in cui i camerieri servono anche il vino e ancor di più quelli dove ti viene portata una fetta di pane alla volta invece di mollare sul tavolo un normalissimo cestino). Lo stile di cucina è simile al precedente, con un accento più marcato verso la cucina locale. E quale può essere l'antipasto per eccellenza? Ovviamente ancora haggis, stavolta di cervo: carne differente, ma identica soddisfazione del precedente. Si continua in tema di carne, ricordando che la Scozia è la patria degli Angus beef, ed il controfiletto al pepe non fa pentire della scelta. In alternativa, invitanti piatti di terra e mare (cervo, faraona, sogliola, rana pescatrice,...). Siamo quindi giunti al dessert, dove spicca un semifreddo ai fiori di sambuco e cioccolato bianco. La selezione dei vini va assai meglio che nel caso precedente; nonostante i prezzi siano piuttosto alti è possibile trovare bottiglie interessanti senza svenarsi.
Naturalmente dopo cena era d'obbligo la tappa per l'assaggio di whisky, ma di questo ho già blaterato nel post precedente.
Il primo a cui abbiamo fatto visita è Stravaigin (28 Gibson Street, Glasgow), il più "informale" dei due. Piccolo locale con bar al piano superiore, maggioranza di tavolini da due persone, ambiente raccolto dall'aria familiare. Su suggerimento di Salvatore inizio con un antipasto tipico della zona (dove in realtà può fare anche da main course), ovvero haggis, neeps and tatties, anche se la descrizione mi lascia un po' perplesso: l'haggis è un insaccato di interiora di pecora, macinate insieme a diverse spezie e poi bollito; tradizionalmente è servito con un passato di rapa bianca (neeps) e uno di patate (tatties). La scelta è invece azzeccata, il piatto decisamente buono anche per me che non amo questo tipo di ingredienti: sapore insolito, per niente forte, non ricorda per nulla le interiora ed è immancabile se si visita questo paese: assolutamente raccomandabile!
Per il main course opto per una deviazione nel "continente", per la precisione il sud-ovest della Francia - un'altra zona fantastica - e mi faccio portare un confit di coscia d'anatra con contorno di patate, carciofi, piselli e un insolito purée di ciliegie (sì, avete letto bene!). Anche stavolta il piatto regala soddisfazione, ma bisogna dire che tutta la selezione, comprendente sia piatti di terra che di mare, ha un aspetto incoraggiante. Per finire una mousse di cioccolato con crema al cioccolato e arancia; buona, ma non indimenticabile. Decisamente da dimenticare, invece, i vini proposti: ci facciamo tentare da un assaggio di tre vini rossi di varie nazionalità, uno peggio dell'altro.
Un paio di giorni dopo, tappa da Ubiquitous chip (12 Ashton Lane, Glasgow), una versione più "elegante" e formale del precedente. Si attraversa il bar e si approda sotto una vetrata dove si trovano tavoli ben apparecchiati e un servizio fin troppo curato (mi infastidiscono i locali in cui i camerieri servono anche il vino e ancor di più quelli dove ti viene portata una fetta di pane alla volta invece di mollare sul tavolo un normalissimo cestino). Lo stile di cucina è simile al precedente, con un accento più marcato verso la cucina locale. E quale può essere l'antipasto per eccellenza? Ovviamente ancora haggis, stavolta di cervo: carne differente, ma identica soddisfazione del precedente. Si continua in tema di carne, ricordando che la Scozia è la patria degli Angus beef, ed il controfiletto al pepe non fa pentire della scelta. In alternativa, invitanti piatti di terra e mare (cervo, faraona, sogliola, rana pescatrice,...). Siamo quindi giunti al dessert, dove spicca un semifreddo ai fiori di sambuco e cioccolato bianco. La selezione dei vini va assai meglio che nel caso precedente; nonostante i prezzi siano piuttosto alti è possibile trovare bottiglie interessanti senza svenarsi.
Naturalmente dopo cena era d'obbligo la tappa per l'assaggio di whisky, ma di questo ho già blaterato nel post precedente.
Nessun commento:
Posta un commento