Bompiani, Milano, 1943 (riedito da Guanda nel 1988 col titolo "La peste di Bergamo")
Il libro raccoglie sei novelle scritte da Jacobsen nell'arco di dieci anni; si potrebbe quasi dire nell'intera vita, considerando che morirà a soli 37 anni. Naturalista poi "convertito" alla scrittura e alla poesia, Jacobsen non nasconde le sue origini e le sue passioni; i racconti (ad es. Mogens, il migliore insieme a La peste di Bergamo) sono ricchissimi di dettagli naturalistici e straripanti di aggettivi al limite del lirismo, anche se si inseriscono appieno nel filone romantico. Pulsioni trattenute, dissidi cuore-ragione, ambientazione borghese ottocentesca fanno da cornice a vicende umane dove le persone sono spesso travolte dalla vita e raramente trovano la forza di superarne le difficoltà. Il tutto descritto con un'attenzione per le sfumature sia del ritratto psicologico che delle ambientazioni che ha veramente del sorprendente. Molto interessanti anche i frammenti (che purtroppo non compaiono nell'edizione Guanda), tra cui poche pagine di diario, una scena di Mogens (giustamente) cassata ed una descrizione quasi impressionista del paesaggio sul Garda.
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