
La continuazione di tutto quello che era sulla pagina web ufficiale del PoliMI e che non è molto "ufficiale"... e qualcosa d'altro!
sabato 21 gennaio 2012
Bastian cuntrari 1998 Felice Coppo

mercoledì 18 gennaio 2012
La signora Fönss
Bompiani, Milano, 1943 (riedito da Guanda nel 1988 col titolo "La peste di Bergamo")
martedì 17 gennaio 2012
Moscato di Trani DOC "Dulcis in fundo" Torrevento
domenica 15 gennaio 2012
Morte e resurrezione di un vecchio amplificatore
Potrebbe essere la pubblicità di un noto amaro: "L'amplificatore era morto. Bisognava assolutamente riportarlo in vita; il concerto era a rischio". E poi, il finale: "E' stato difficile, ma ce l'abbiamo fatta". Più o meno, è andata così.
Dopo aver rispolverato a distanza di lustri il (piuttosto) vecchio e (invero assai poco) glorioso Marshall Master Lead Combo 5010 da 30 W, con cui guadagnai imperituro astio ed acredine dal vicinato e che mi fece pressoché immantinente presagire che - qualunque cosa avessi fatto nella vita - certamente non avrei avuto un futuro come chitarrista, non potei far altro che constatarne il decesso. Ma un amplificatore degli anni '80 (il progetto è del 1978, come indicato sul circuito stampato) è un oggetto completamente analogico piuttosto semplice, e si può pensare di fare qualche tentativo per ripararlo anziché arrendersi subito. Soprattutto se come lavoro si tengono lezioni - tra l'altro - proprio sugli amplificatori (ancorché ad operazionali)!
Se avete una buona erudizione in elettronica, sapete meglio di me come fare. Se non ne avete alcuna, mi permetto di consigliarvi di lasciar perdere. Se siete in mezzo al guado e avete un po' di curiosità, ecco qualche suggerimento. Prima, però, un avvertimento: fate MOLTA attenzione alle tensioni in gioco e lavorate sull'amplificatore solo se spento e con i condensatori scarichi. Se l'amplificatore è a valvole, le tensioni sono molto alte, e vi consiglio di rivolgervi ad un esperto. Se è a transistori, fate un calcolo approssimato: in regime sinusoidale P = V2/2R che, con P = 30 W e R = 4 Ω (meno di questo è difficile...) fornisce V ≈ 15.5 V (la tensione di alimentazione reale è di ±20 V, per le cadute sugli elementi attivi). Naturalmente, anche se il valore non è preoccupante, come in questo caso, l'alta tensione è sempre presente sul trasformatore di alimentazione, quindi: ATTENZIONE!
1) Procuratevi uno schema del circuito; fare senza equivale a cercare un indirizzo in una città sconosciuta senza averne una mappa. Nel mio caso, una semplice ricerca su Internet mi ha portato qui, dove ho trovato lo schema a fianco, relativo però ad un progetto del 1990.
2) Cercate di capire, almeno a grandi linee, come funziona il tutto. Qui è abbastanza semplice: ci sono due stadi di amplificazione basati su A.O. in configurazione non-invertente, uno stadio di filtraggio, per finire (riga inferiore dello schema) con lo stadio di potenza che pilota l'altoparlante.
3) Verificate lo schema. Denudate quindi il vostro amplificatore e seguitene le piste (se non avete uno schema, ricavatelo ex-novo ora). Io ho trovato qualche piccola discrepanza con lo schema indicato sopra, ma niente di grave. Nella foto si vede in basso a sinistra l'A.O.; alla sua destra il controllo-toni; sopra, i due transistori del push-pull di uscita con le alette di dissipazione. Un semplice studio dello schema è riportato qui.
4) Non ha senso togliere i componenti uno per uno per verificare se funzionano; cercate piuttosto di identificate prima lo stadio che presenta il problema. C'è rumore di uscita quando aumentate i guadagni? Cosa succede se perturbate l'ingresso dei diversi stadi?
Nel mio caso, il problema era nel primo stadio: variandone il guadagno non si aveva effetto alcuno sull'uscita mentre, ad esempio, toccando con un dito (attenzione alle tensioni!) il partitore VR2 o l'uscita del secondo stadio si sentivano allegre tracce di vita.
5) Sostituite i pezzi incriminati. Io ho mandato in pensione l'A.O. ed i potenziometri usurati, che generavano fruscio in uscita. In tutto ciò, la parte più difficile è stato il recupero dei nuovi potenziometri! Saldate per bene il tutto per evitare problemi di contatto, che determinano un funzionamento intermittente dell'amplificatore (verificate anche i contatti del selettore di ingresso), ed il vecchio Marshall ritorna alla vita. Ma non è finita.
6) Verificate il comportamento ad alti guadagni, con ingresso collegato alla chitarra. Se tutto funziona, avete finito. Saturando il 1° stadio, invece, un fischio si innescava nel mio ordigno. Ora, non è che io debba suonare con un livello di distorsione pari al buon vecchio Neil Young in Hey hey, my my, e avrei potuto ritenermi soddisfatto così, ma era una questione di principio: fischio = oscillazione = instabilità. Il problema è che l'anello di reazione instabile non è quello del circuito teorico (che diventa più stabile per alti guadagni), ma un anello che include accoppiamenti parassiti ingresso-uscita. Le soluzioni possibili sono due: introdurre una capacità che renda stabile il tutto, o schermare elettrostaticamente.
Dopo un po' di prove attaccando condensatori qua e là, 200 pF sugli ingressi (non visibili in figura perché saldati sul retro) hanno risolto il problema, ma il fischio ritorna quando si aumenta il volume di uscita tramite VR2. Per non caricare ulteriormente gli ingressi, l'A.O. è stato schermato, invero in modo assai artigianale, coprendolo con con un pezzo di metallo collegato a massa e incollato alla basetta. L'isolamento è tutt'altro che perfetto, ma è più che sufficiente; ora l'amplificatore funziona come nuovo! La jam session è rimandata a domenica prossima; un grazie (ed una birra) ad Andrea per l'aiuto. Keep on rockin'...
Trattoria "Del Tone"
Curno (BG)
Un posto appena fuori Bergamo da consigliare vivamente, con un'accoglienza gentilissima, un'impostazione elegante (ma non troppo) e, naturalmente, dell'ottimo cibo.
Dopo due stuzzichini offerti come aperitivo con un bicchiere di Prosecco, passo a dei buonissimi ravioli ripieni di branzino seguiti da una tagliata di puledro. Dolce al cioccolato e caffè con piccola pasticceria concludono il tutto. Da apprezzare particolarmente la possibilità di avere al bicchiere uno qualunque dei vini della carta (utilissima quando si litiga tra bianco e rosso). I tavoli non sono molti, quindi è meglio prenotare.
Purtroppo, il locale ha chiuso a fine 2022. Qui uno dei numerosi articoli dove i titolari spiegano la loro scelta.
mercoledì 11 gennaio 2012
Mozart e la carta igienica
A meno che l'utilizzo di questo rondò per reclamizzare la carta igienica non sia solo un atroce doppio senso...
martedì 10 gennaio 2012
Via della rampa
Inizio di stagione tranquillo ad Arco, sabato scorso, con Matteo. Via non difficile né troppo impegnativa, forse la più facile della parete (quindi da ripetere fuori stagione per evitare code). Relazione sull'immancabile Arrampicata Arco o su SB.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.







