Parete S
Che la giornata non fosse delle migliori si era capito subito, arrivando al rifugio Lecco e scorgendo le cime del gruppo dei Campelli immerse nella nebbia, con buona pace delle previsioni meteo. L'idea di una salita "estiva" al sole evapora subitaneamente, l'abbigliamento si appesantisce e si continua. Fatichiamo un po' a trovare l'attacco nella nebbia, poi i rumori di una cordata ci indirizzano; saliamo la prima via e attacchiamo la seconda. Alla seconda sosta di Silvy tolgo la macchina fotografica per scattare una foto a Giancarlo che sta salendo. Sto per scattare, ma lui viene un po' avanti, io mi abbasso per recuperare un po' di corda e la macchina mi scivola dalla mano, prende due botte sulle rocce e sparisce inghiottita dalla nebbia. Attimo di sgomento seguito da amare considerazioni sull'intelligenza del sottoscritto e da aspre imprecazioni all'indirizzo delle potenze celesti. Terminiamo la via, poi rientrando lungo la ferrata mi calo recandomi nei pressi dell'attacco, scruto per un po' e riesco a recuperare il malconcio cadavere dell'apparecchio fotografico. Bilancio della giornata: ho trovato un vecchio friend, praticamente inutilizzabile o quasi, e distrutto una macchina fotografica; il saldo è tragicamente negativo!
A contorno del lutto restano due viette tutto sommato interessanti e raccomandabili, certamente meno frequentate delle vie sulla parete N dello Zucco Pesciola ed adatte per le mezze stagioni o per le giornate non troppo calde.
Nota: avendo percorso le vie immersi nella nebbia è possibile, anzi probabile, che mi sia perso qualcosa nelle relazioni; correzioni sono ben accette. Il percorso è comunque sempre logico, soprattutto se avete una visibilità maggiore di un paio di metri circa...
Accesso (La bella addormentata): raggiungere il rif. Lecco da Barzio (funivia) o da Ceresole di Valtorta, indi seguire verso destra (faccia al gruppo dei Campelli; indicazioni in loco) il sentiero degli stradini, che corre sul lato sud dello Zucco Pesciola ed è un po' rovinato dal recente inverno. Lo si segue fino a scorgere sulla sinistra le evidenti indicazioni per la ferrata e si prosegue fino a raggiungere, poco oltre, un canale che scende dalla parete S dello Zucco. Si risale il canale per qualche decina di metri fino ad un tratto "piano", lo si abbandona puntando alla parete di sinistra e ci si porta presso il suo estremo destro; qui è una scritta che segna l'attacco della via.
Relazione (La bella addormentata): via divertente su buona roccia (da controllare comunque qualche punto) che va a cercare un percorso interessante in mezzo a canali, cenge ed affini, ben protetta nei passi-chiave (le difficoltà sono solo singoli passi) e assai meno in quelli più facili; portare eventualmente protezioni veloci. Tutte le soste sono su due spit con cordone e maglia-rapida.
1° tiro: spostarsi un poco a sinistra della scritta fino ad identificarne una simile mezza cancellata (qualche metro sopra si vede un chiodo); da qui salire le placche a gradoni fino alla sosta (attenzione ad un "corno" instabile che rende delicato uno spostamento verso sinistra); 30m, 5b; 5 chiodi, 1 spit.
2° tiro: a destra della sosta a risalire uno stretto canale fino ad una cengia erbosa dove ci si sposta a destra a raggiungere la sosta; 30m, IV-, III; 1 chiodo.
3° tiro: salire la placca e superare un saltino raggiungendo una terrazza; proseguire per un diedro fino alla sosta; 25m, 5c; 2 spit.
4° tiro: risalire il pilastrino, spostarsi sullo spigolo e risalire fino ad una terrazza; tenersi un poco sulla destra e risalire un vago diedro giallastro fino alla sosta; 25m, 5a; 2 spit, 1 chiodo.
5° tiro: ancora per placche e muretto sopra la sosta fino alla fine delle difficoltà; 25m, 5a; 2 chiodi, 1 spit.
Discesa: in doppia dalla via, ma è consigliato continuare per la via seguente. In alternativa potete fare come il sottoscritto che dopo aver recuperato i resti della macchina fotografica è sceso lungo il canale di sinistra (faccia a monte); facile ma con un paio di tratti un po' esposti (attenzione!).
Accesso (Silvy): se si sceglie di continuare l'arrampicata si segue la breve cresta verso sinistra, spostandosi poi ancora a sinistra per ripidi prati fino ad un largo canale che si risale fino alla parete che lo chiude. Sulla destra di un avancorpo della parete parte la via (spit con cordino visibile in alto; poco sotto la base si notano dei resti di ometto che abbiamo un poco ricostruito).
Relazione (Silvy): bella continuazione della via precedente che permette di raggiungere la cima dello Zucco; stile e difficoltà sostanzialmente comparabili tranne un breve tratto del terzo tiro, peraltro attrezzato in stile-falesia. Le soste qui sono su due spit; se prevedete la possibilità di un... rientro anticipato, portatevi il necessario per allestire le calate.
1° tiro: salire tra l'avancorpo e la torre vera e propria, spostarsi a destra all'altezza dello spit e salire per rocce facili alla sosta. Attenzione al tratto finale su erba; 30m, 5c (passo); 2 spit (1 con cordino).
2° tiro: dritti sopra la sosta a superare un muretto appigliato, indi per rocce facili si risale uno spuntone e si supera un muretto che porta alla sosta; 25m, 5b; 1 spit, 2 chiodi.
3° tiro: si risale la fessura uscendo sulla destra e proseguendo per facili rocce fino alla sosta; 20m, 6a+/6b; 4 spit.
4° tiro: si esce a destra della sosta e si risale la placca (più facile se ci si riporta verso lo spigolo) fino ad una sosta; proseguire per la breve placca fino alla cima; 30m, 4c; 1 chiodo con cordino, 1 sosta. Attrezzare la sosta su spuntoni; attenzione all'attrito delle corde.
Discesa: la via canonica di discesa dallo Zucco Pesciola è sul versante N attraverso l'evidente sentiero che porta nel vallone dei camosci e poi al rifugio Lecco. In alternativa (più lungo e scomodo) è possibile percorrere a ritroso la ferrata.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
A contorno del lutto restano due viette tutto sommato interessanti e raccomandabili, certamente meno frequentate delle vie sulla parete N dello Zucco Pesciola ed adatte per le mezze stagioni o per le giornate non troppo calde.
Nota: avendo percorso le vie immersi nella nebbia è possibile, anzi probabile, che mi sia perso qualcosa nelle relazioni; correzioni sono ben accette. Il percorso è comunque sempre logico, soprattutto se avete una visibilità maggiore di un paio di metri circa...
Accesso (La bella addormentata): raggiungere il rif. Lecco da Barzio (funivia) o da Ceresole di Valtorta, indi seguire verso destra (faccia al gruppo dei Campelli; indicazioni in loco) il sentiero degli stradini, che corre sul lato sud dello Zucco Pesciola ed è un po' rovinato dal recente inverno. Lo si segue fino a scorgere sulla sinistra le evidenti indicazioni per la ferrata e si prosegue fino a raggiungere, poco oltre, un canale che scende dalla parete S dello Zucco. Si risale il canale per qualche decina di metri fino ad un tratto "piano", lo si abbandona puntando alla parete di sinistra e ci si porta presso il suo estremo destro; qui è una scritta che segna l'attacco della via.
Relazione (La bella addormentata): via divertente su buona roccia (da controllare comunque qualche punto) che va a cercare un percorso interessante in mezzo a canali, cenge ed affini, ben protetta nei passi-chiave (le difficoltà sono solo singoli passi) e assai meno in quelli più facili; portare eventualmente protezioni veloci. Tutte le soste sono su due spit con cordone e maglia-rapida.
1° tiro: spostarsi un poco a sinistra della scritta fino ad identificarne una simile mezza cancellata (qualche metro sopra si vede un chiodo); da qui salire le placche a gradoni fino alla sosta (attenzione ad un "corno" instabile che rende delicato uno spostamento verso sinistra); 30m, 5b; 5 chiodi, 1 spit.
2° tiro: a destra della sosta a risalire uno stretto canale fino ad una cengia erbosa dove ci si sposta a destra a raggiungere la sosta; 30m, IV-, III; 1 chiodo.
3° tiro: salire la placca e superare un saltino raggiungendo una terrazza; proseguire per un diedro fino alla sosta; 25m, 5c; 2 spit.
4° tiro: risalire il pilastrino, spostarsi sullo spigolo e risalire fino ad una terrazza; tenersi un poco sulla destra e risalire un vago diedro giallastro fino alla sosta; 25m, 5a; 2 spit, 1 chiodo.
5° tiro: ancora per placche e muretto sopra la sosta fino alla fine delle difficoltà; 25m, 5a; 2 chiodi, 1 spit.
Discesa: in doppia dalla via, ma è consigliato continuare per la via seguente. In alternativa potete fare come il sottoscritto che dopo aver recuperato i resti della macchina fotografica è sceso lungo il canale di sinistra (faccia a monte); facile ma con un paio di tratti un po' esposti (attenzione!).
Accesso (Silvy): se si sceglie di continuare l'arrampicata si segue la breve cresta verso sinistra, spostandosi poi ancora a sinistra per ripidi prati fino ad un largo canale che si risale fino alla parete che lo chiude. Sulla destra di un avancorpo della parete parte la via (spit con cordino visibile in alto; poco sotto la base si notano dei resti di ometto che abbiamo un poco ricostruito).
Relazione (Silvy): bella continuazione della via precedente che permette di raggiungere la cima dello Zucco; stile e difficoltà sostanzialmente comparabili tranne un breve tratto del terzo tiro, peraltro attrezzato in stile-falesia. Le soste qui sono su due spit; se prevedete la possibilità di un... rientro anticipato, portatevi il necessario per allestire le calate.
1° tiro: salire tra l'avancorpo e la torre vera e propria, spostarsi a destra all'altezza dello spit e salire per rocce facili alla sosta. Attenzione al tratto finale su erba; 30m, 5c (passo); 2 spit (1 con cordino).
2° tiro: dritti sopra la sosta a superare un muretto appigliato, indi per rocce facili si risale uno spuntone e si supera un muretto che porta alla sosta; 25m, 5b; 1 spit, 2 chiodi.
3° tiro: si risale la fessura uscendo sulla destra e proseguendo per facili rocce fino alla sosta; 20m, 6a+/6b; 4 spit.
4° tiro: si esce a destra della sosta e si risale la placca (più facile se ci si riporta verso lo spigolo) fino ad una sosta; proseguire per la breve placca fino alla cima; 30m, 4c; 1 chiodo con cordino, 1 sosta. Attrezzare la sosta su spuntoni; attenzione all'attrito delle corde.
Discesa: la via canonica di discesa dallo Zucco Pesciola è sul versante N attraverso l'evidente sentiero che porta nel vallone dei camosci e poi al rifugio Lecco. In alternativa (più lungo e scomodo) è possibile percorrere a ritroso la ferrata.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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