martedì 26 dicembre 2023

Treni 2218 e 2275 (Bergamo-Milano Lambrate): ritardi novembre-dicembre 2023 e riassunto annuale

Fig. 1: distribuzioni cumulative dei ritardi per il treno 2218
delle 8:02 nei trimestri novembre-dicembre dal 2015 al 2023.
Fig. 2: andamento mensile dei ritardi per il treno 2218 (8:02).
Fig. 3: come in Fig. 1, ma per il treno 2275 delle 17:41.
Fig. 4: come in Fig. 2, ma per il treno 2275 delle 17:41.
Le notizie del bimestre sono un paio: la prima è che, dopo la decisione di Regione Lombardia del maggio 2023 di rinnovare il contratto di (dis)servizio con Trenord per dieci anni, si è finalmente passati alle vie di fatto. Come mai tutti questi mesi? A parte la cronica lentezza di un ente elefantiaco e pressoché inutile come questa Regione, i maligni possono sempre pensare (male, ricordando zu' Giulio) che si volesse guadagnare tempo, arrivando a ridosso della scadenza ultima di fine 2023, oltre la quale l'affidamento diretto non sarà più possibile (viva l'Europa!). Ma ovviamente è solo un'illazione...
La seconda notizia riguarda i lavori che interessano la stazione di Bergamo. Il progetto di Cino Zucchi è accattivante, ma non mi è chiaro se alla fine si interverrà anche sulla sostanza, ovvero sui binari veri e propri: è previsto un allargamento delle piattaforme, strettissime ed insufficienti, dove si accalcano i pendolari e dove per puro miracolo non è ancora successa qualche tragedia? E un allargamento del sottopasso, almeno in corrispondenza degli ascensori? La creazione di un secondo sottopasso? Almeno dei corsi accelerati di geometria per capitreno, che insegnino loro a fermare i treni a cavallo del sottopasso e non completamente oltre, li vogliamo fare? Insomma, c'è qualcosa che possa veramente trasformare una stazione ottocentesca in un hub (oggi si dice così) appena-appena moderno, o dobbiamo accontentarci (cito dall'articolo) della riqualificazione funzionale, con un focus sulla sostenibilità ambientale e sull’intermodalità?? Intanto, dei lavori non c'è ancora traccia, ma un bel po' di treni sono già stati cancellati!

Bimestre novembre-dicembre 2023:
A fronte di queste delizie, vediamo i dati dell'ultimo bimestre del 2023. Per il 2218 la puntualità e... zero! Mai arrivato in orario! Entro 5' di ritardo si sale al 20%, con un massimo ritardo di 34' il 29/11 per guasto all'infrastruttura e arrivo a Lambrate con il treno successivo. La distribuzione cumulativa (solita scala lognormale) in Fig. 1 è spostata verso destra rispetto al gruppo, ad indicare come anche in questo bimestre i ritardi siano stati peggiori del solito (ma tutti gli ultimi anni sono finiti in quella zona). Lo "storico" dei ritardi è in forma sintetica in Fig. 2: volendo trovare un lato positivo, vediamo che c'è stata una riduzione della coda al 90% (ovvero dei casi più sfigati) rispetto all'analogo bimestre del 2022, anche se la media non è cambiata.

Commenti analoghi valgono per il 2275: puntualità al 6% e al 43% entro 5'; massimo ritardo di 30' il 20/11 per sostituzione del treno (oppure per cambio turno del personale; le motivazioni indicate cambiano da un minuto all'altro). Curva in Fig. 3 appiattita a destra, quindi male-male. E, anche in questo caso, la Fig. 4 evidenzia che i ritardi sono sempre mostruosi, ma c'è almeno un miglioramento in tutti gli indicatori rispetto allo stesso bimestre del 2022. Speriamo in bene...

Veniamo alle cause dei ritardi: su 26 segnalazioni, 12 sono relative a problemi al treno (guasti, controlli, manutenzione), altre 5 a ritardi di altri treni, tipicamente quello di arrivo al mattino, e 2 alle mitiche "esigenze del regolatore"... facciamo che queste ultime due voci le dividiamo metà e metà tra Trenord e Rfi, e otteniamo a spanne 15,5/26 = 60% di responsabilità di Trenord. Poi ci sono 5 segnalazioni di guasti (linea, passaggi a livello, ecc. ecc.), ovvero il 8,5/26 = 33% per Rfi. E infine, un intervento delle forze dell'ordine e una voce da commedia all'italiana: ritardo per traffico intenso!

Fig. 5: Come Fig. 1, ma per tutti gli 11 mesi del 2023 (no agosto).
Fig. 6: Come Fig. 2, ma per tutti gli 11 mesi del 2023 (no agosto).
Fig. 7: ore di ritardo annue.
Riassunto annuale:
Concludiamo con i dati complessivi di tutto il 2023 (agosto escluso). La distribuzione cumulativa per il treno 2218 è in Fig. 5: puntualità al 3% e al 40% entro 5', ritardo massimo di 65' il 19/6 per guasto degli impianti. Come al solito, curva allineata verso destra, e simile al dato del 2022 (cioè, male!). Rispetto agli anni precedenti, la distribuzione non pare seguire un andamento lognormale (ovvero una retta su questa scala), ma c'è un aumento dei treni in arrivo tra circa 3 e 5' (cambio di pendenza)... peccato che poi la pendenza (parente della varianza) torni a peggiorare!

Se guardiamo il 2275 (Fig. 6) vediamo qualcosa di non troppo diverso: una puntualità al 5% e al 44% entro 5', massimo ritardo di 54' il 20/1 per problemi al treno. Anche qui la curva sta dalla parte "sbagliata" e non pare discostarsi molto rispetto a quella del 2022. Inoltre, se guardiamo al ritardo accumulato all'arrivo del treno a Lambrate (qui non mostrato), notiamo che è persino superiore del 10% di quanto registrato all'arrivo a Bergamo! Cioè, questo treno accumula sempre un'enorme ritardo alla partenza o nel tratto tra Porta Garibaldi e Lambrate, e ne recupera una piccola parte nel tratto verso Bergamo. Ora, gli studenti bergamaschi che frequentano ad es. il Politecnico a Bovisa sono probabilmente contenti di avere un treno diretto verso Bergamo, ma non è possibile che le condizioni siano queste!

E per finire, vediamo il dato più importante, ovvero le ore di ritardo sopportate dai pendolari nel 2023 (Fig. 7). Dopo che l'anno scorso si era registrato un aumento di ben 20 (venti!) ore di ritardo, da sommare alle 10 del 2021, sarebbe stato ben difficile fare di peggio. Eppure, per poco non ci siamo (anzi, ci sono) riusciti! Il ritardo totale del 2023 è di ben 68,9 ore, a fronte di 69,3 ore nel 2022: un miglioramento dello 0,58%, dove tra l'altro si vede che il 2275 è pure lievemente peggiorato!! A fronte di ciò, mi chiedo nuovamente come si giustifichi l'aumento di stipendio di 60000 € di Piuri. Io glielo avrei aumentato dello 0,58%... dopo avergli tolto il 20% l'anno scorso ed il 10% quello prima.

Buon 2024 a tutti!

Nota: i dati sono raccolti personalmente o da app Trenord. Per correttezza, bisogna specificare che i ritardi sopportati dai pendolari su questi due treni non sono indicativi dei ritardi complessivi, che sta ad altri raccogliere e rendere pubblici. Idem per i rimpalli di responsabilità tra Trenord, Rfi, e quant'altri. Qui si cita spesso Trenord in quanto è ad essa che i poveri pendolari versano biglietti ed abbonamenti, e ai quali dovrebbe rispondere del servizio.

mercoledì 6 dicembre 2023

Champagne AOC demi-sec Mosaique Jacquart

Diciamo che lo Champagne non è proprio un vino quotidiano: complici i costi dei terreni (o delle uve per chi le acquista) e quelli della cantina in cui il vino affina, a cui si sommano i costi di spedizione, dogana e ricarico per l'importatore, diventa difficile trovare qualcosa sotto i 35-40 € (escluse le private labels della GDO, che hanno alcune bottiglie intorno ai 20 € che non mi è ancora capitato di assaggiare). Intorno a questa cifra, però, ci sono parecchi produttori che vale la pena di considerare, visto che le feste si avvicinano e anche un sostenitore delle bollicine nostrane come me si concede qualche gallica diversione di quando in quando.
Lo champagne in questione viene da una maison del 1964 (proprietà di Alliance Champagne), con la linea Mosaique che deve il suo nome al fatto che i vigneti coltivati coprono ben 60 diversi cru. Le uve sono le classiche Chardonnay, Pinot noir e Pinot Meunier, vinificato in acciaio e con maturazione di tre anni sui lieviti. La bottiglia in questione è un demi-sec, ovvero la versione più dolce, con liqueur de dosage intorno ai 38 g/l.
Di colore giallo dorato, bollicine fini e abbastanza persistenti, forse non numerosissime. Aromi di frutta, pesche, albicocche, accompagnate da mandorle e note di pane e brioche. Molto morbido all'assaggio, ancora giocato tra la frutta e qualche nota vegetale, e con un bel finale. Da assaggiare quanto prima la versione brut.

Gradazione: 12,5°
Prezzo: 40 €