Teo sul 1° tiro. |
Sul 2° tiro. |
Teo sul 2° tiro. |
Tracciato della via. |
Parete SSO
La prima notizia di questa salita di Berti e Nusdeo del 1954 si trova nel libro di Claudio Cima del 1971, che ne dà breve descrizione (p. 64) e la condanna come roccia friabile. Giudizio confermato nell'edizione 1975 dove si aggiunge (p. 98): mai ripetuta. Nemmeno citata nella guida di Dante Porta, ricompare nella monografia CAI-TCI di Eugenio Pesci, che si rifà a Cima. Aperta con venti chiodi, ne furono lasciati quattro. La via dorme tranquilla fino al 2011, quando è ripulita e richiodata: dieci anni dopo, siamo andati a darle un'occhiata, ben provvisti di chiodi e materiale d'abbandono. Quello che non avevamo calcolato era un errore nella relazione della discesa, che ci costringe a scendere e risalire le corde, ed infine a calarci lungo la via. Torniamo quindi all'ultima sosta, dove siamo già inorriditi salendo quando abbiamo visto l'anello libero di scorrere lungo la catena, in barba ad ogni criterio di ridondanza; lasciamo moschettone, maglia-rapida, cordini, e torniamo finalmente alla base: una delle poche vie con tempo di discesa maggiore di quello di salita!
Accesso: raggiungere i Piani Resinelli e prendere la via Carlo Mauri subito sulla destra; non salire per il rif. Porta (anche perché c'è una sbarra poco dopo) ma continuare, superando il rif. Soldanella e proseguendo fino a trovare uno spiazzo sulla sinistra dove si parcheggia. Da lì si prende il sentiero della cresta Sinigaglia che sale fino ad un bivio per i torrioni Fiorelli e Grotta. Si segue la deviazione e si giunge in breve sotto la parete S del Torrione. Ci si porta a sinistra della fascia gialla, si passano i fix della Diretta Pinciroli e si giunge all'attacco (grosso chiodo con anello; cordino e catena visibili poco sopra).
Relazione: via che sale la parete quasi a goccia d'acqua, secondo una linea molto bella. Purtroppo appare poco ripetuta, e la roccia ha ancora bisogno di qualche ripulitura. La chiodatura è buona nei tratti più impegnativi, ma alcuni chiodi vanno verificati; portare friend piccoli e medi per integrare. Il primo tiro è valutato 6c; se non volete provare la libera su questa roccia e questi chiodi (vi capisco...), portatevi una staffa. Utili chiodi e martello per ogni evenienza.
1° tiro: salire lungo la direttrice di alcuni diedrini fino ad un ripiano sotto ad un naso dove si sosta. 25 m, A1 (6c in libera); undici chiodi (due resinati). Sosta su due chiodi, un chiodo a pressione, catena e maglia-rapida.
2° tiro: salire per la placca puntando al camino di sinistra, superarlo e proseguire lungo il diedro fino ad una vecchia sosta. Continuare su terreno più facile fino a che non si incontra una fascia erbosa. Qui spostarsi appena a destra (chiodo giallo) e raggiungere la sosta. 40 m; V+, V, IV; nove chiodi, una sosta intermedia (tre chiodi, fettuccia marcia e vecchio moschettone). Sosta su due chiodi cementati, con catena ed anello (libero di muoversi!) e moschettone.
3° tiro: salire per i gradoni sopra la sosta giungendo ad una zona di rocce appoggiate ed erba. Continuare verso sinistra facendo attenzione alla qualità della roccia fino al terrazzo di sosta. 30 m, IV; tre chiodi, un anello cementato. Sosta su due chiodi cementati, con catena, fettuccia su spuntone, il solito anello ballerino ed un maglia-rapida.
Discesa: in doppia lungo la via.
1a calata: 25 m, fino alla 2a sosta.
2a calata: 55 m, fino alla base.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.