Teo sul 5° tiro. |
Sul 6° tiro. |
Teo nel camino del 7° tiro. |
Sull'8° tiro. |
Teo sull'8° tiro. |
All'imbocco del 10° tiro. |
Tracciato della via. |
Parete O
Anche quest'anno, tardiva e ancora incerta, inizia la stagione dolomitica! Sveglia antelucana e su verso le vallate, ad assaporare il piacere di veder comparire le splendide cime che rifulgono sopra il fondovalle in ombra. Destinazione Catinaccio, dove mancavo dal lontano 2009 e dove giungiamo in tarda mattinata. La via prescelta per il battesimo 2016 ha più di un secolo e un grande apritore: Angelo Dibona. Salita di gran soddisfazione, con gran finale di giornata ad un agriturismo di Moena, dove ci godiamo la meritata ricompensa per la salita.
Accesso: si parcheggia a Carezza presso la stazione di valle della seggiovia Paolina, a pochi km dal passo di Costalunga. Si raggiunge il rifugio Paolina con la seggiovia omonima (prezzo A/R = 13€, a cui togliete ben 1€ di sconto per soci CAI!!) o con il sentiero che parte a monte della stazione (risalire la strada fino al primo bivio, tenere la sinistra e camminare fino ad identificare il segnavia). Dalla stazione di monte conviene seguire a sinistra il sentiero 552 e poi salire seguendo le indicazioni per il passo di Vaiolon (si raggiunge il 549, lo si segue brevemente verso destra e poi si sale ancora a sinistra). Prima del passo, quando il sentiero si avvicina alla parete, si prende una traccia sulla destra e si costeggia tutta la parete fino all'inizio del pilastro che occupa il suo lato destro. L'attacco è nel punto in cui il pilastro grigio si salda alla parete giallastra. Terrazzo con cordone in clessidra. Un'oretta o poco meno dal rif. Paolina.
Relazione: via molto bella che risale la parete sfruttandone i punti deboli con ottima intuizione; fa impressione pensare al buon Angelo che la salì nel 1908! La roccia è tutto sommato buona tranne che nei primi tiri, sullo zoccolo, dove non c'è un vero percorso obbligato ed è necessario prestare un po' d'attenzione. La difficoltà della via non è elevata, ma le protezioni sono veramente ridotte all'osso; portare friend fino al BD3 (o anche BD4 se non amate particolarmente i camini...). Cinque ore circa.
1° tiro: salire le facili rocce tenendosi in prossimità della parete. 50 m; II, III. Sosta su due chiodi e cordone.
2° tiro: risalire un vago diedrino appena a destra della sosta fino al chiodo con anello, oltre il quale si esce a sinistra e si raggiunge la sosta. 20 m, IV, III; un chiodo con anello. Sosta su due chiodi con cordone e maglia-rapida.
3° tiro: a sinistra della sosta a rimontare facili rocce fino alla base di una specie di canale alla cui destra si trova la sosta. 20 m; III, III+. Sosta su cordone su spuntone con maglia-rapida.
4° tiro: salire il canale a sinistra della sosta, superare un risalto e raggiungere un ripiano dove si sosta sotto un diedro giallo. 60 m; III, IV. Sosta su cordoni su spuntone. Prima dell'ultimo salto, sulla destra, c'è un chiodo su cui si può sostare se le corde fanno troppo attrito.
5° tiro: comincia il bello! Salire la fessura tra giallo e nero finché questa si biforca; spostarsi lievemente a destra e proseguire lungo la fessura di destra fino a giungere in cima al pilastrino. 45 m; IV+, V-, IV+; un chiodo. Sostare su spuntone ignorando la sosta a chiodi più a sinistra.
6° tiro: salire la fessura giallastra sulla parete di sinistra, facendo attenzione ad una lama instabile presso il suo inizio. 20 m, V-; due chiodi, un cordino in clessidra. Sosta su tre chiodi.
7° tiro: salire il camino finché questo non diviene diedro e la roccia un po' lichenosa. Lì uscire verso sinistra e raggiungere la sosta. 30 m, V, due chiodi. Sosta su due chiodi con cordone.
8° tiro: salire brevemente il camino, uscendone a destra per proseguire in verticale sino a che è possibile traversare verso destra lungo una placca. Ci si sposta lungo un'esile cengia in bella esposizione, si supera uno spuntone con cordone e si sosta poco dopo alla base di un diedro. 30 m, tre chiodi, un cordone su spuntone. Sosta da attrezzare su spuntone.
9° tiro: salire il diedro-canale e spostarsi a destra, con vista sui chiodi della variante Eisenstecken. Proseguire in obliquo fino ad un umido camino. 30 m; III, IV. Sosta su due chiodi.
10° tiro: salire il camino che inizia con delle lame, portandosi poi nel fondo per riemergerne a superare un masso incastrato. Proseguire superando un secondo masso incastrato tenendosi sulla sinistra e continuare fino alla forcella. 45 m; IV, IV+ (forse passo di V-), III. Sosta da attrezzare su spuntone.
11° tiro: uscire a sinistra sulla cresta. 15 m; III+. Sosta da attrezzare su spuntone.
Discesa: proseguire in orizzontale fino ad incrociare il sentiero di salita alla Roda di Vael. Seguirlo verso destra (discesa), tenendo la sinistra (discesa) ad un bivio successivo, evitando così di prendere la via ferrata. Scesi lungo il canalone conviene prendere una traccia sulla destra, così da non scendere fino al sentiero sottostante per dover poi risalire un poco. Seguire la traccia fino al rif. Roda di Vael da cui si segue il segnavia 549 fino al rif. Paolina e da qui al punto di partenza.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Accesso: si parcheggia a Carezza presso la stazione di valle della seggiovia Paolina, a pochi km dal passo di Costalunga. Si raggiunge il rifugio Paolina con la seggiovia omonima (prezzo A/R = 13€, a cui togliete ben 1€ di sconto per soci CAI!!) o con il sentiero che parte a monte della stazione (risalire la strada fino al primo bivio, tenere la sinistra e camminare fino ad identificare il segnavia). Dalla stazione di monte conviene seguire a sinistra il sentiero 552 e poi salire seguendo le indicazioni per il passo di Vaiolon (si raggiunge il 549, lo si segue brevemente verso destra e poi si sale ancora a sinistra). Prima del passo, quando il sentiero si avvicina alla parete, si prende una traccia sulla destra e si costeggia tutta la parete fino all'inizio del pilastro che occupa il suo lato destro. L'attacco è nel punto in cui il pilastro grigio si salda alla parete giallastra. Terrazzo con cordone in clessidra. Un'oretta o poco meno dal rif. Paolina.
Relazione: via molto bella che risale la parete sfruttandone i punti deboli con ottima intuizione; fa impressione pensare al buon Angelo che la salì nel 1908! La roccia è tutto sommato buona tranne che nei primi tiri, sullo zoccolo, dove non c'è un vero percorso obbligato ed è necessario prestare un po' d'attenzione. La difficoltà della via non è elevata, ma le protezioni sono veramente ridotte all'osso; portare friend fino al BD3 (o anche BD4 se non amate particolarmente i camini...). Cinque ore circa.
1° tiro: salire le facili rocce tenendosi in prossimità della parete. 50 m; II, III. Sosta su due chiodi e cordone.
2° tiro: risalire un vago diedrino appena a destra della sosta fino al chiodo con anello, oltre il quale si esce a sinistra e si raggiunge la sosta. 20 m, IV, III; un chiodo con anello. Sosta su due chiodi con cordone e maglia-rapida.
3° tiro: a sinistra della sosta a rimontare facili rocce fino alla base di una specie di canale alla cui destra si trova la sosta. 20 m; III, III+. Sosta su cordone su spuntone con maglia-rapida.
4° tiro: salire il canale a sinistra della sosta, superare un risalto e raggiungere un ripiano dove si sosta sotto un diedro giallo. 60 m; III, IV. Sosta su cordoni su spuntone. Prima dell'ultimo salto, sulla destra, c'è un chiodo su cui si può sostare se le corde fanno troppo attrito.
5° tiro: comincia il bello! Salire la fessura tra giallo e nero finché questa si biforca; spostarsi lievemente a destra e proseguire lungo la fessura di destra fino a giungere in cima al pilastrino. 45 m; IV+, V-, IV+; un chiodo. Sostare su spuntone ignorando la sosta a chiodi più a sinistra.
6° tiro: salire la fessura giallastra sulla parete di sinistra, facendo attenzione ad una lama instabile presso il suo inizio. 20 m, V-; due chiodi, un cordino in clessidra. Sosta su tre chiodi.
7° tiro: salire il camino finché questo non diviene diedro e la roccia un po' lichenosa. Lì uscire verso sinistra e raggiungere la sosta. 30 m, V, due chiodi. Sosta su due chiodi con cordone.
8° tiro: salire brevemente il camino, uscendone a destra per proseguire in verticale sino a che è possibile traversare verso destra lungo una placca. Ci si sposta lungo un'esile cengia in bella esposizione, si supera uno spuntone con cordone e si sosta poco dopo alla base di un diedro. 30 m, tre chiodi, un cordone su spuntone. Sosta da attrezzare su spuntone.
9° tiro: salire il diedro-canale e spostarsi a destra, con vista sui chiodi della variante Eisenstecken. Proseguire in obliquo fino ad un umido camino. 30 m; III, IV. Sosta su due chiodi.
10° tiro: salire il camino che inizia con delle lame, portandosi poi nel fondo per riemergerne a superare un masso incastrato. Proseguire superando un secondo masso incastrato tenendosi sulla sinistra e continuare fino alla forcella. 45 m; IV, IV+ (forse passo di V-), III. Sosta da attrezzare su spuntone.
11° tiro: uscire a sinistra sulla cresta. 15 m; III+. Sosta da attrezzare su spuntone.
Discesa: proseguire in orizzontale fino ad incrociare il sentiero di salita alla Roda di Vael. Seguirlo verso destra (discesa), tenendo la sinistra (discesa) ad un bivio successivo, evitando così di prendere la via ferrata. Scesi lungo il canalone conviene prendere una traccia sulla destra, così da non scendere fino al sentiero sottostante per dover poi risalire un poco. Seguire la traccia fino al rif. Roda di Vael da cui si segue il segnavia 549 fino al rif. Paolina e da qui al punto di partenza.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.