martedì 27 giugno 2017

Via della rampa

Teo sul 1° tiro.
Walter sul 2° tiro.
Teo e Walter sul 4° tiro.
Teo sul 5° tiro.
Sul 6° tiro.
Tracciato della via.
Sass de Mesdì - Odle
Parete S


Il diluvio che ci accoglie giovedì sera quando arriviamo alla funivia coll'idea di dormire in tenda per salire al rifugio venerdì mattina butta - è il caso di dirlo - parecchia acqua sul fuoco dei nostri entusiasmi. Restiamo in auto, io a dormire col volante tra le parti nobili, Teo solo poco più fortunato di me e Walter che si gode il sedile posteriore ed i nostri improperi ad ogni russata. Al mattino ci presentiamo al rifugio Firenze come tre zombie e saliamo ad attaccare la via, col tempo che man mano peggiora fino a scatenare un altro temporale... pochi minuti dopo il nostro rientro al rifugio! A volte bastano piccole soddisfazioni per ritrovare l'allegria!
Accesso: noi siamo partiti dal rifugio Firenze, che si raggiunge da S. Cristina in Val Gardena attraverso la cabinovia del Col Raiser (18€ A/R per soci CAI, con mirabolante sconto di 1€) e il sentiero n. 4. Dal rifugio si prende il sentiero n. 13 (indicazione ferrata del Sass Rigais) fino ad un bivio, dove si può scegliere la direzione da prendere. Secondo me il sentiero più interessante sale a sinistra (13b, indicazione Pera longia), che porta ad un altro bivio al cospetto della Gran Fermeda. Qui si prende a destra e si risale poco dopo il bordo del ghiaione per tracce, fino ad un sentiero più marcato che si segue verso destra. Si raggiunge così il Sass de Mesdì e si supera la Torre Kasnapoff (piccolo torrione che fa da avancorpo). Qui si risale il canale fino alla sella tra la Torre ed il Sass de Mesdì. Sulla destra si nota un evidente camino, il camino Trenker. Lì attacca la (variante alla) via.
Relazione: via con una seconda metà interessante e con roccia abbastanza buona, ma con alcuni tratti da verificare, soprattutto nei primi tiri. Ideale per le mezze giornate con tempo incerto per via del breve sviluppo e delle difficoltà moderate. Utile un kevlar singolo per rinviare un paio di chiodi schiacciati contro la roccia. La via originale attacca a destra del camino, lungo una fessura-camino obliqua, mentre noi abbiamo percorso un breve tratto iniziale dentro di esso per poi spostarci a destra e cercare la via originale.
1° tiro: salire il camino (un tratto faticoso se avete uno zaino) e superare il secondo sasso incastrato, uscendo su roccia mobile. Qui traversare decisamente a destra e salire in breve alla sosta. 30m, IV+, IV; due cordini in clessidra. Sosta su grande clessidra con cordoni.
2° tiro: spostarsi a destra abbassandosi brevemente fino a giungere ad una spaccatura verticale che si risale tenendo lievemente a destra fino ad una selletta (sulla sinistra) dove si sosta. 35m, IV+, III+; un chiodo. Sosta da attrezzare su spuntone. Dopo il primo tratto più verticale, si può anche stare un poco a sinistra (cordone poco affidabile su spuntone) e raggiungere la selletta dall'altro versante.
3° tiro: salire il camino sopra la sosta fin quando si allarga e diventa quasi un canale; non portarsi sotto il tetto, ma identificare un chiodo sulla destra (che userete al prossimo tiro) e spostarsi alla sosta a sinistra. 25m, III+. Sosta su clessidra con cordone.
4° tiro: in traverso a destra per scendere leggermente su facile terreno. Doppiare lo spigolo e continuare a destra fino ad un camino che si risale brevemente (spaccata) per sostare su un masso incastrato. 25m, III, IV-, IV+, IV; tre chiodi, due cordoni in clessidra. Sosta su due chiodi sul lato destro del camino.
5° tiro: spostarsi a destra della sosta e risalire una paretina, indi continuare lievemente in obliquo fino ad una nicchia. 25m, IV, IV+, III+; un chiodo. Sosta su due chiodi.
6° tiro: a destra per un vago spigolo, a proseguire poi lungo il camino fino ad una forcella. 30m, III. Sosta da attrezzare su spuntone.
Discesa: proseguire per roccette fino ad una spalla (ometto). Continuare per traccia verso nord fino ad una forcella dove si scende a destra lungo un canale per tenere ancora la destra lungo una rampa che taglia la parete (numerosi ometti lungo il percorso). Si giunge a dei prati e da qui in breve al sentiero di attacco.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

venerdì 9 giugno 2017

Valtellina Superiore DOCG Le Urscele 2007 Renato Motalli

Tutte le volte che assaggio un vino di Valtellina sbatterei la testa contro un muro al pensiero di quanto poco io frequenti la zona, almeno dal punto di vista enologico! L'ultima occasione di aprire una bottiglia di quella valle mi è data dall'ovvio abbinamento con un piatto di pizzoccheri cucinatomi con cura da Daniela... e che abbinamento!
Siamo nella sottozona Valgella, nel comune di Teglio (a proposito di pizzoccheri). La cantina è piccola, ad impronta familiare, e l'affinamento avviene in botti di castagno (come usa anche la cantina ARPEPE). Dopo una decina di anni il vino è perfetto per essere degustato, e potrebbe attendere ancora. Il colore è un bel granato, al naso salgono decisi sentori di frutti rossi e note minerali e terrose.
Il palato mantiene la promessa, con una buona struttura e un'acidità non eccessiva. Buon equilibrio e complessità aromatica, con finale piacevolmente lungo. E tutto ciò ad un prezzo decisamente interessante. Valtellina, ci rivediamo presto!