giovedì 14 novembre 2013

Mandibola

Si arrampica sopra le nebbie basse...
Roberto alla prima sosta
Sul 3° tiro
Massimiliano sul 4° tiro
Il meritato (?) riposo a fine via...
Sperone Cinquetti - Rocca Sbarua
Parete S

Quest'anno l'arrampicata su granito si è fatta decisamente desiderare, come spesso accade negli ultimi anni, e non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di aggregarmi al gruppo dei "milanesi" che si recavano in Sbarua per il corso AR1. La scelta è stata del tutto azzeccata: nebbie basse e tempo ottimo in parete a parte una scrollata di pioggia domenica mattina, sabato sera goliardico e divertentissimo, vie belle e piacevoli. In due cordate, con il sottoscritto poco convinto, ci dirigiamo verso Mandibola per quella che sarà una salita non troppo impegnativa e protetta ottimamente a spit; proprio quello che ci voleva per il rientro su granito dopo circa nove mesi.
Accesso: da Pinerolo (TO) raggiungere il comune di Talucco e proseguire lungo la strada. Ad un bivio si tiene la sinistra (direzione località Crò) e ad un successivo la destra (direzione borgata Dairin). Poco dopo una curva sulla destra si nota un parcheggio dove si lascia l'auto, a poca distanza dalla borgata. Da qui parte un sentiero che con qualche saliscendi conduce al colle Ciardonet e al rifugio Melano (o casa Canada) in una mezz'oretta. Da quest'ultimo partono due sentieri, uno sulla destra in leggera discesa e uno più a sinistra in salita (battuto da orde di alpinisti che si dirigono alla Gervasutti-Ronco). Si prende il primo e lo si segue fino ad un bollo con scritta "Rio plano" (se lo perdete, poco dopo c'è una sorgente d'acqua). Da qui si sale verso la parete dello sperone Cinquetti tenendo la destra in prossimità della parete; targhetta con scritta alla base.
Relazione: via che presenta un primo tiro (e metà del secondo) verticale su diedri e lame e quelli successivi su placche intervallate da brevi muretti. Protezioni ottime a spit in stile-falesia con qualche vecchio chiodo per chi non si accontenta; del tutto inutili friend. Sicuramente una bella via, anche se non eccezionale. Soste attrezzate con due spit più catena e maglia-rapida di calata.
1° tiro: salire un diedro-fessura fino ad un traverso sulla destra che conduce ad una placca da risalire fino alla sosta; 30m, 6a, 10 spit.
2° tiro: passo delicato a sinistra della sosta, poi si risale un vago diedrino con fessura, si prosegue su terreno più facile fino ad una placca finale (a volte bagnata) che conduce in sosta; 25m, 6a+ (passo iniziale), 8 spit.
3° tiro: conviene concatenare due tiri vista la breve lunghezza. Salire la placca a destra e raggiungere la prima sosta; proseguire oltre, ancora per placche fino alla sosta di fermata; 35m, 5c (passo poco prima della sosta), 10 spit, 1 sosta intermedia.
4° tiro: breve placchetta che porta ad un muretto, poi ancora placca fino alla sosta; 25m, 6a, 8 spit.
5° tiro: anche qui conviene unire gli ultimi due tiri: a destra della sosta si supera un primo muretto, poi per placca fino alla sosta intermedia; da qui un secondo facile muretto e l'ennesima placca porta alla sosta finale; 40m, 5c, 14 spit, 1 sosta intermedia.
Discesa: volendo evitare la discesa in doppia si segue una traccia dalla cima dello sperone che scende nel canale di sinistra (bolli ed ometti). Prima di un tratto più ripido e spesso bagnato la traccia piega verso destra, scende e torna sulla sinistra aiutandosi con cavi e catene metalliche. Si giunge così al sentiero di partenza che, sulla destra, riporta al rifugio.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

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